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Sinodo Rio de la Plata, molto bolle in pentola

Si è conclusa ieri mercoledì 6 febbraio la 56° assemblea della Chiesa valdese del Rio de la Plata, che unisce le comunità valdesi di Argentina e Uruguay.

Fra le principali decisioni adottate dai delegati vi è la creazione di un ufficio comunicazione, composto da un team che sarà rappresentativo delle varie attività della chiesa. Compito primario sarà quello di dare avvio a una politica di comunicazione integrata garantendo un maggior coordinamento fra le parti in causa.

Non sono mancati ragionamenti sul ruolo delle chiese nelle attuali società latinoamericane, prendendo come spunto di analisi un documento proposto dal Corpo Pastorale dell’Iglesia Valdenserelativo alle comunità di fede di fronte alle continue evoluzioni del mondo intorno a noi.

La questione delle violenze di genere ha occupato molto spazio, con la risoluzione finale che invita a proseguire il lavoro su un protocollo in materia curato da un apposito team che dovrà riferire nel corso del prossimo sinodo sulla sua effettiva stesura finale.

Le notizie che giungono dal Venezuela non hanno certo lasciato indifferente l’assise, che ha deciso di fare proprie le due dichiarazionidell’Aipral, l’Alleanza delle chiese presbiteriane e riformate dell’America Latinae delClai, il Consiglio latino americano delle chiese, ribadendo il concetto espresso nei due testi di un dialogo ad alto livello fra le parti in causa organizzato da Messico e Uruguay per giungere a una soluzione delle contese.

Soddisfazione è stata espressa per la folta partecipazione ai processi di formazione riservati a chi nelle chiese opera, a vario livello e con incarichi differenti.

L’intera leadership dell’Iglesia Valdense è stata confermata per cui la Mesa, l’equivalente della Tavola valdese in Italia, è ancora così composta: Carola Tron moderadora, Edgardo Malán; Orlando Allio; Nelda Eichhorn e Marcelo Nicolau. Al Sinodo ha partecipato anche il moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini.