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Che cosa significa casa?

«La casa non è un albergo, non è una tana, non è una mostra di arredo, non è un rifugio, non è la famiglia, ma, forse, è l’insieme di tutte queste cose e di tante altre». Con queste parole il segretario esecutivo della Csd-Diaconia valdese, Gianluca Barbanotti, introduce il tema dell’annuale convegno della Diaconia che si tiene a Firenze (quest’anno, il 9 marzo), organizzato insieme alla Tavola valdese e alla Federazione giovanile evangelica in Italia (Fgei). 
La casa è uno dei primi soggetti che impariamo a disegnare, uno dei primi concetti che elaboriamo per costruire la nostra identità. «A casa!» è il richiamo che pone fine a un pomeriggio di giochi in giardino o per strada (anche se non sono più molti a sentirselo dire), ma ultimamente è diventato un’invettiva, prima contro governi e governanti ritenuti inadeguati, poi contro persone che cercano nel nostro paese un’esistenza più dignitosa. A casa… ma quale casa?
Numerosi ambiti sono toccati, da quello psicologico a quello sociale, da quello politico a quello ambientale, e molti problemi, da quelli connessi alla mancanza di una casa, che, per esteso, si può intendere anche come mancanza di un paese di appartenenza, precarietà di esistenza cui sono condannati moltissimi migranti, a quelli relativi alla sostenibilità ambientale degli edifici in un mondo che sta diventando sempre più inospitale.
Il focus di quest’anno sarà quindi l’abitare, nelle sue diverse accezioni. e tenendo molto presente anche l’aspetto collettivo e comunitario, come emerge dal titolo del convegno che è A casa: abitare il territorio e vivere la comunità. Partendo dalla riflessione biblica, che sarà curata dal vicemoderatore della Tavola valdese, il pastore metodista Luca Anziani, e dopo il saluto introduttivo del presidente della Commissione sinodale per la Diaconia, Giovanni Comba, i partecipanti si suddivideranno in cinque gruppi per lavorare concretamente su vari argomenti riconducibili in qualche modo al tema principale: domiciliarità, «cosa fa casa», microaccoglienza, abitare ecologico, housing sociale. Spiega ancora Barbanotti: «La domiciliarità, su cui lavorerà un gruppo, ha dimostrato in questi anni come la permanenza nella propria casa di persone che una volta sarebbero state “istituzionalizzate” (ospedali, case di riposo, strutture per disabili), rappresenti una risposta efficace per il benessere degli interessati e delle loro famiglie. L’esperienza dell’accoglienza diffusa dei migranti di questi ultimi anni ha evidenziato quanto la dimensione della vita domestica (accudire gli spazi, prepararsi il cibo, ecc.) sia parte fondamentale dei percorsi di integrazione sociale. I servizi di housing sociale, cioè tutte quelle iniziative che propongono soluzioni abitative a persone in forte difficoltà socio-economica, valorizzano la casa, non solo come strumento, ma come elemento costituente l’identità personale. Si lavorerà anche su cosa fa casa, ovvero sul nostro approccio personale all’abitazione, cercando di individuare gli elementi simbolici ed affettivi che trasformano un edificio (o una tenda, o una roulotte) in una casa, così come un altro gruppo indagherà sulla casa come luogo dell’abitare ecologico, vero e proprio laboratorio primario per la tutela del creato».
Dopo il pranzo, il pomeriggio sarà dedicato a una tavola rotonda sul tema della casa e dell’abitare moderata da Alessandro Sansone, membro della Commissione Sinodale per la Diaconia, che vedrà la partecipazione di Cristina Arcidiacono, pastora e teologa battista, Sabrina Tosi Cambini, antropologa presso l’Università di Firenze, Ugo Biggieri, presidente di Banca Etica e membro dell’associazione CASE, Marco Landucci, membro del consiglio direttivo dell’associazione BuonAbitare di Pistoia.
Le conclusioni, e il termine della giornata,  sono previste per le ore 17.
Il convegno, che si terrà dalle ore 9 nell’Aula Magna della Foresteria valdese di Firenze (via de’ Serragli 49), è aperto a tutte le persone interessate, che possono iscriversi entro il 28 febbraio tramite questo linkQui il programma completo.

foto: Commons Wikimedia