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Tre giorni di preghiere per la Nigeria

La Nigeria è in attesa di una svolta, dovrà recarsi alle urne per le elezioni presidenziali e parlamentari il 16 febbraio. Nel paese africano sarà dunque eletto un Capo di Stato e sarà rinnovato il Parlamento Federale. Sulla tornata elettorale però pesa la minaccia del terrorismo di Boko Haram e di possibili brogli elettorali.

L’arcivescovo anglicano della Nigeria Nicholas Okoh ha dunque chiesto ai suoi fedeli tre giorni di preghiere e di digiuno, da tenersi il prossimo fine settimana in vista delle elezioni. Il primo turno di votazioni è previsto il 16 febbraio, l’ultimo, con relativo scrutinio, il 2 di marzo.

Anche il segretario generale della Chiesa della Nigeria della Comunione anglicana mondiale Paul Dajur ha invitato «tutti gli anglicani e i nigeriani ad unirsi alle preghiere per sostenere la Chiesa e la stessa Nazione, nella direzione della pace e della legalità».

Tra le risorse messe a disposizione dalle chiese anglicane per le sue diocesi anche i Salmi 32 e 51, «utili come pentimento e confessione dei peccati: individuali, istituzionali, organizzativi, comunitari e nazionali», hanno ricordato le chiese anglicane nigeriane, una «chiamata al pentimento – si legge – che dev’essere rivolta ai peccati quali la corruzione, il nepotismo, il tribalismo, lo spargimento di sangue, la perversione sessuale, l’oppressione, l’ingiustizia, la malvagità»; una preghiera in particolar modo chiede «che aleggi in occasione delle elezioni uno spirito di lealtà tra i diversi schieramenti politici chiamati a confrontarsi in tutte le elezioni della nazione. Per evitare violenze e violazioni dei diritti umani e civili fondamentali e per promuovere la pace nelle comunità, nelle città, in tutta la nazione prima, durante e dopo le elezioni».