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Il potere delle parole

C’è chi, parlando senza riflettere, trafigge come spada, ma la lingua dei saggi procura guarigione
Proverbi 12, 18

Anche le navi, benché siano così grandi e siano spinte da venti impetuosi, sono guidate da un piccolo timone, dovunque vuole il timoniere. Così anche la lingua è un piccolo membro, eppure si vanta di grandi cose
Giacomo 3, 4-5

Tutti abbiamo grandi opportunità e grande potere. Comunemente queste due parole fanno pensare alle risorse economiche a nostra disposizione, ad «agganci» sociali che abbiamo o vorremmo avere. La Scrittura, però, in quel libro di antica saggezza che ci è stato tramandato col titolo di Libro dei proverbi, ci ricorda che ciascuno ha un potere e di opportunità di livello più elementare, ma paradossalmente più profondo, perché sempre a nostra disposizione e «spendibile» molto facilmente: ciò che viene definita «la lingua» – la possibilità di comunicare con gli altri e sugli altri, la realizzazione concreta di questa possibilità. Con le parole che diciamo e tramandiamo possiamo costruire o distruggere, far sprofondare qualcuno o contribuire a sollevarlo. Questa arma è nelle mani della fragile vecchietta come in quella del potente magnate – anzi, forse la persona politicamente e finanziariamente più debole, con le sue «voci», le sue indiscrezioni più o meno ben informate, può rivelarsi fortissima e, come una goccia d’acqua, scalfisce in maniera lenta ma inesorabile la roccia, come una stalattite che cresce, anche se con tempi impercettibili a un occhio non allenato. Ciò che cresce può essere pettegolezzo e malignità o stima e apprezzamento. Tutto questo potenziale trova il massimo della sua forza tra i gruppi piccoli: una famiglia, dei conoscenti, una chiesa. Tutti e tutte abbiamo a disposizione questa possibilità, questo potere: sarebbe falso e irrispettoso fingere che non sia così. A tutti e a tutte Dio dà la saggezza di poterlo usare non per propagare veleni su veleni, ma per il bene del mondo che ci circonda.