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Repubblica Ceca, tassa sugli indennizzi alle chiese

Mercoledì 23 gennaio, la Camera dei deputati della Repubblica Ceca ha approvato una proposta di legge per tassare i compensi corrisposti a cattolici, protestanti, ortodossi e ebrei del Paese a indennizzo dei beni sequestrati dal regime comunista tra il 1948 e il 1989.

Il disegno di legge è stato redatto da parlamentari dell’area di sinistra con l’intenzione di introdurre una tassazione del 19% sull’importo del risarcimento pagato dallo Stato alle confessioni religiose, considerato eccessivo dai proponenti le modifiche.

Tale compensazione finanziaria, approvata soltanto nel mese di agosto 2011 e approvata da un audit internazionale dopo oltre venti anni di negoziati difficili, è pari a 59 miliardi di corone (circa 2,4 miliardi) da pagare in trent’anni. La Corte Costituzionale a fine 2012 aveva dichiarato legittima la norma che era dunque entrata definitivamente in vigore il 3 giugno 2013

Lo Stato deve anche restituire il 56% delle proprietà confiscate dal regime comunista – quasi 2.500 edifici e 200.000 ettari di terra – per un valore ulteriore di oltre 3 miliardi di euro.

Nel mese di giugno, il primo ministro Andrej Babis, il miliardario populista ed ex membro del partito comunista negli anni ‘80, aveva indicato di sostenere tale piano fiscale di tassazione, con dichiarazioni di questo tenore: «La compensazione offerta alle chiese è 54 miliardi di corone superiore a ciò che dovrebbe essere».

Questo voto è un duro colpo per le chiese, specialmente per la cattolica, il principale beneficiario, che si è detta «categoricamente contraria a questa tassazione»; a parlare è il Segretario generale della Conferenza dei vescovi, padre Stanislav Pribyl. «Come è possibile imporre una tassa simile? Noi siamo il creditore e lo Stato è il debitore, è incredibile. I comunisti non hanno mai fatto i conti a fondo né rinnegato il loro passato che ha causato danni economici, rovinato vite e salute delle persone. Se ora vogliono imporre una tassa sul risarcimento, che è un rimedio parziale a tutte queste ingiustizie, è uno scandalo».

Inoltre, questo voto mostra la crescente influenza nel Parlamento degli ex comunisti, partito non fa parte della coalizione di governo di centro-sinistra guidata da Andrej Babis.

Nella Repubblica Ceca, i credenti di tutte le fedi, sono una minoranza: 3,6 milioni (su circa 10,6 milioni) si identificano come non credenti, e 5 milioni di cechi hanno lasciato la casella “religione” vuota nel censimento nazionale nel 2011.