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Venezuela. Appello al dialogo da parte delle chiese

L’Alleanza delle Chiese presbiteriane e riformate dell’America Latina (Aipral) e la Comunione mondiale delle chiese riformate (Wcrc) sono intervenute oggi sulla complessa situazione che si è venuta a creare in Venezuela dopo l’autoproclamazione a Presidente della Repubblica da parte del presidente del Parlamento, Juan Guaidó.

Nella dichiarazione congiunta le chiese, che negli ultimi anni hanno accompagnato la difficile situazione del Venezuela con numerose visite pastorali e azioni di solidarietà, sottolineano che «la realtà del Venezuela è complessa e richiede un approccio che eviti sguardi semplicistici e facili slogan» e per questo si appellano «a tutte le parti coinvolte sia in patria che all’estero per evitare posizioni rigide che possano condurre la già difficile situazione sociale, economica e politica in Venezuela a un’escalation di violenza senza ritorno».

Rispetto alla situazione che si è creata, con le immediate prese di posizione di Stati Uniti e di molti paesi dell’area latino-americana, tra cui Brasile, Argentina, Colombia tra gli altri, nel riconoscere Guaidó come presidente ad interim del paese caraibico, hanno richiamato tutti a «un processo di dialogo sincero, inclusivo e basato sul diritto internazionale che abbia come priorità una soluzione pacifica e giusta per il popolo venezuelano. È compito di tutte le parti, e specialmente delle nazioni sorelle, sostenere e facilitare questo dialogo piuttosto che fare del Venezuela parte di uno scacchiere geopolitico», hanno detto.

L’appello al dialogo e al negoziato che l’Aipral e la Wcrc hanno fortemente invocato si muove nella linea portata avanti dall’Unione europea, dove ha prevalso fino ad ora un profilo negoziatore, da altri paesi europei come Spagna, Grecia, Svezia e Portogallo. Anche due paesi dell’area, Uruguay e Messico, hanno proposto un processo di negoziazione inclusivo e credibile nel pieno rispetto dello stato di diritto e dei diritti umani esprimendo «il loro pieno sostegno, impegno e volontà a lavorare insieme a favore della stabilità, il benessere e la pace del popolo venezuelano».

«Dalla nostra fede cristiana siamo chiamati alla pace – si legge nella parte conclusiva della dichiarazione -. La negoziazione di una situazione complessa richiede e merita perseveranza e una volontà incrollabile alla ricerca di accordi e consenso. Ci impegniamo a continuare a pregare per il Venezuela e per tutto il suo popolo nella certezza che Dio con il suo Spirito Santo ci accompagna nella costruzione di tempi di pace».

Leggi qui la dichiarazione completa.