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Polonia. Le chiese chiamano a una trasformazione dei cuori

In riferimento ai fatti di Danzica dello scorso 14 gennaio e all’uccisione di Pawel Adamowicz, sindaco della città polacca, l’agenzia stampa Nev – Notizie evangeliche ha intervistato la luterana Agnieszka Tarnogórska, portavoce della Chiesa evangelica della Confessione di Augusta in Polonia.

Signora Tarnogórska in che modo la società polacca ha vissuto la situazione che si è creata in seguito all’assassinio di Pawel Adamowicz?

«Penso che per la maggior parte dei polacchi questa situazione sia stata scioccante. Adamowicz è stato ucciso mentre partecipava ad un evento di beneficenza che ha una lunga tradizione nel nostro paese ed è sempre stato un momento di gioia e condivisione. Si tratta della più grande raccolta di fondi annuale della Polonia, organizzata dal 1993 dalla Great Orchestra of Christmas Charity. Nel corso degli anni, l’organizzazione ha raccolto circa 266 milioni di dollari per fornire attrezzature mediche agli ospedali più poveri della Polonia. La sua morte ha generato incredulità e tristezza. Molte voci in Polonia si sono levate condannando la violenza e l’incitamento all’odio».

Come è stato vissuto l’evento nelle chiese?

«Il Consiglio ecumenico polacco (PEC) ha rilasciato una dichiarazione di condanna della violenza. Durante l’incontro che si celebra ogni inizio d’anno il presidente della Chiesa evangelica della Confessione di Augusta in Polonia, vescovo Jerzy Samiec, ha riflettuto pubblicamente sulla tragica di Adamowicz, chiamando in causa anche le responsabilità delle chiese che, ha detto, ha dimenticato di “amare abbastanza le persone e di mostrare questo amore”. Il vescovo ha fortemente protestato contro la pratica dell’odio. “Minacciare di morte o fare riferimenti simbolici alla morte di chiunque, compresi quelli con le cui opinioni o atteggiamenti non siamo d’accordo, è inaccettabile. È anche inaccettabile ignorare tali atti, perché le idee malate possono portare a azioni malate “, ha dichiarato il presidente della PEC. Ha aggiunto: “È colpa nostra se non ci opponiamo a tali pratiche ad alta voce”».

Che cosa stanno facendo le chiese evangeliche per accompagnare la società polacca in un momento così difficile?

«Sempre nel suo discorso d’inizio d’anno il vescovo Samiec ha individuato tre strumenti: la preghiera, la proclamazione dell’amore e il rifuggire i discorsi di odio. Il vescovo ha anche detto che si sta pensando ad un programma educativo per i giovani che darebbe l’opportunità di insegnare loro la comunicazione non violenta, come affrontare le emozioni, ad esempio la rabbia, e aiutare a risolvere i conflitti. Ha altresì sottolineato l’importanza di educare i giovani alla democrazia, alla tolleranza e alla comprensione dell’alterità, nel rispetto delle differenze di opinione.

Il vescovo ha anche inviato una lettera pastorale a tutti i membri della Chiesa evangelica della Confessione di Augusta in Polonia. Citando Romani 12: 9-12 ha chiesto la “trasformazione dei cuori perché ogni grande cambiamento inizia con una singola, piccola trasformazione di un particolare essere umano”».