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Myanmar, una tragedia senza fine

La Federazione Luterana Mondiale (Flm) si unisce all’appello di 17 organizzazioni non governative internazionali (Ong) che hanno chiesto, in un testo comune, «un libero e sicuro accesso nelle zone colpite dal conflitto nella provincia di Rhakine, in Myanmar».

L’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) e il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (Unpd) già nel settembre 2018 avevano condotto un’attività di valutazione in 23 villaggi nello stato di Rakhine, a sostegno delle comunità colpite e costrette alla fuga nel vicino Bangladesh (oltre 720.000 rifugiati Rohingya), ritenendo fondamentale che si creassero al più presto le condizioni necessarie per un ritorno volontario, sicuro, dignitoso e sostenibile delle popolazioni sfuggite alla guerra.

«Esprimiamo – si legge nel testo firmato dalla Flm e dalle organizzazioni umanitarie – profonda preoccupazione per le comunità di sfollati e per le persone colpite dai combattimenti che sono in continuo aumento. […] Combattimenti, attacchi e abusi che stanno provocando paure, sofferenze e motivi di ansia tra le comunità locali formate principalmente da donne e bambini, che in questi ultimi mesi stanno abbandonando le loro terre e le loro abitazioni».

Senza la possibilità di un accesso effettivo e continuativo, ricordano le Ong, «la possibilità di poter intervenire, agire per aiutare le organizzazioni locali e fornire assistenza alle comunità colpite dal conflitto, nel Rakhine centrale e settentrionale, è oggi seriamente compromessa».

Facendo appello «a tutte le parti in causa che si sono dimostrate moderate e disponibili alla protezione dei civili» le organizzazioni chiedono che possa essere garantita loro la possibilità d’accesso senza restrizioni per poter intraprendere una nuova valutazione «indipendente» delle esigenze attuali e poter così garantire un’assistenza completa e una protezione conforme alla legge internazionale, umanitaria e nel rispetto dei diritti umani.

I combattimenti tra le forze militari del governo e le milizie dell’esercito dell’Arakan (che spinge per poter ottenere una maggiore autonomia dello stato occidentale di Rhakine) si sono intensificati dallo scorso dicembre. Il conflitto sta causando instabilità e sofferenza alla comunità etnica musulmana Rohingya.

Le Ong, infine, affermano che «l’accesso umanitario è estremamente limitato in cinque comuni chiave nei quali la violenza è feroce e inarrestabile». Hanno espresso «apprezzamento nei confronti delle organizzazioni locali della società civile che oggi rispondono in piena solitudine ai bisogni urgenti delle persone colpite, anche se queste risposte non sono sufficienti per poter soddisfare i pressanti bisogni umanitari».

 
Photo:C/Kästner