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Dove bisogna stare

Il regista torinese Daniele Gaglianone è tornato nelle sale cinematografiche con Dove bisogna stare. Questo film documentario, presentato in anteprima fuori concorso nella recente 36° edizione del Torino Film Festival, è distribuito da ZaLab ed è stato promosso da Medici Senza Frontiere.

Elena, Georgia, Jessica e Lorena, quattro donne diverse tra loro, sono impegnate in attività differenti ma unite da un fondamentale filo conduttore. Come ha sottolineato Daniele Gaglianone ai microfoni di Radio Beckwith Evangelica, «l’attitudine comune delle protagoniste, seppur distanti geograficamente a anagraficamente tra loro, le vede coniugare il pragmatismo con l’idealismo a partire da un’azione concreta che punta a mettere in discussione il mondo in cui viviamo, per cercare una prospettiva diversa per la nostra società».
La domanda che si pongono le protagoniste riguarda la società in cui vogliono vivere facendosi testimoni di un necessario e urgente ripensamento. Non si occupano solo degli altri in modo caritatevole, ma sono coscienti della loro necessità di stare dove si trovano anche per se stesse, perché occuparsi degli altri vuol dire occuparsi del proprio futuro.

Le quattro donne sono state scelte anche grazie al fondamentale aiuto di Medici Senza Frontiere, la cui iniziativa è alla base della produzione e distribuzione del documentario insieme a Zalab. Due anni fa Medici Senza Frontiere ha condotto una ricerca approfondita sul territorio italiano dal titolo Fuori campo, volta a individuare l’attività assistenziale esterna rispetto a quella istituzionalizzata. La maggior parte delle persone che si occupano di queste situazioni sono donne e tra le tante storie sono state individuate quelle raccontate dal film.

Gaglianone continua sostenendo che «l’idea era quella di seguire le quattro donne nella loro quotidianità e di affiancare uno spazio di riflessione individuale al loro lavoro per raccontarsi e per confessare le proprie fragilità, i propri dubbi ma anche il loro entusiasmo».
La sfida riuscita è stata quella di farle incontrare solo nel documentario e non fisicamente. Durante la narrazione i quattro percorsi, inizialmente distanti, si ritrovano uniti, come se alla fine i quattro ritratti convergano in un’unica attitudine rivolta a una prospettiva diversa, per capire dove bisogna stare.

In questi giorni Dove bisogna stare continuerà a essere proposto nella sala 2 del Cinema Massimo di Torino, ma anche in molte città italiane.