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#3annisenzaGiulio

«Caro Giulio, ti hanno rubato la vita, sarebbero 31!», sono queste le poche, ma efficaci, righe scritte da Paola Deffendi, mamma di Giulio Regeni (il ricercatore ucciso in Egitto ormai tre anni fa) e pubblicate lo scorso 15 gennaio attraverso la pagina facebook in occasione del compleanno del figlio. Giulio fu rapito al Cairo il 25 gennaio del 2016, dieci giorni dopo aver compiuto il suo compleanno, e in seguito, senza motivo, barbaramente assassinato. Quel 25 gennaio, dunque, il nome di Regeni si aggiungeva a quello di tanti altri egiziani e tante egiziane, vittime di sparizioni forzate. Il 3 febbraio, pochi giorni dopo il rapimento, il nome del ricercatore italiano purtroppo si è aggiunto al lungo elenco delle persone torturate, a morte, in Egitto.

«Come i precedenti due, anche questo terzo anniversario dal giorno in cui Giulio Regeni fu rapito al Cairo non sarà di mera commemorazione o di semplice ricordo – dichiara a Riforma.it il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury –. La memoria di Giulio è attiva – prosegue –, non solo per ciò che ogni giorno da tre anni viene fatto in suo nome, ma anche perché la richiesta di verità è più forte che mai. Arrivare ad un quarto anniversario senza la verità, è semplicemente inimmaginabile. Non deve accadere. Amnesty, dunque, per il terzo e speriamo ultimo anniversario dalla scomparsa di Giulio e in assenza della verità, promuove numerose iniziative in sua memoria e nella continua ricerca di verità e giustizia. Allo stesso tempo siamo però in attesa di quei famosi “passi in avanti” annunciati dal governo italiano in diverse occasioni. Per ora – prosegue Noury –, l’unica cosa alla quale realmente assistiamo è la promozione del turismo in Egitto, del nostro paese amico e l’intensificarsi di scambi commerciali e diplomatici».

Venerdì 25, dunque, tutta Italia ricorderà Giulio: sono previste molte iniziative: «Tutti coloro che aderiranno o organizzeranno eventi il 25 gennaio 2019 per Giulio – ha ricordato su facebook Paola Deffendi – sono pregati di scrivere alla pagina “A Roma per Giulio, che aggiornerà la mappa dell’Italia che si è tinta di giallo per la ciclostaffetta del 22 settembre/ 3 ottobre. Grazie mille!»

Le indagini sono sempre andate avanti, seppur tra mille difficoltà, lo ricordava con forza l’avvocatessa della famiglia Regeni Alesadra Ballerini, lo scorso dicembre.

«Dalle nostre indagini sono almeno 20, i nomi delle persone coinvolte nel sequestro e per l’uccisione di Giulio. Per lo più, generali e colonnelli della National Security egiziana», aveva rivelato Bellerini il 6 dicembre 2018, nel corso di una conferenza stampa indetta nella sede della Federazione nazionale della stampa a Roma.

Secondo la legale, questa lista di nomi si sarebbe potuta addirittura allungare sino a 40 persone», e cinque tra queste erano già state iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Roma, perché ritenute connesse al tragico fatto.

Nella lunga lista, ricordava Ballerini, «non possiamo sapere se tra questi nomi ci siano gli esecutori materiali dell’omicidio e degli 8-9 giorni di torture inflitte a Giulio. Siamo moderatamente ottimisti sul fatto che possano essere tutte persone coinvolte; c’è stata un’accelerazione delle indagini», un ottimismo che nasceva appunto da informazioni governative sull’accelerazione delle indagini rese note nella casa dei giornalisti italiani che, per parte loro, non hanno mai smesso di promuovere «scorte mediatiche» sia per il caso Regeni sia per altri casi ancora in attesa di verità e giustizia.

«Coltiviamo una speranza – ha dichiarato anche il presidente di Amnesty Italia, Antonio Marchesi –, che quell’insistere giorno dopo giorno nel chiedere verità grazie alle numerose iniziative che quotidianamente si svolgono in Italia e non solo, possano produrre risultati. Quelli che ci attendiamo: ossia l’accertamento delle responsabilità per la sparizione, la tortura e l’uccisione di Giulio. Verità che devono essere fornite dal governo egiziano e che devono essere richieste con determinazione dal governo italiano»

Immagine: per gentile concessione di Mauro Biani