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Usa: uno shutdown senza fine, le chiese si mobilitano

È certamente il più lungo nella storia degli Stati Uniti: mai uno shutdown (serrata dell’amministrazione federale) era durato così tanto, quasi un mese e senza un’ipotesi d’intesa tra il presidente Donald Trump e il Congresso a parziale guida democratica. Per la prima volta, dunque, circa 800.000 dipendenti pubblici americani coinvolti nella semiparalisi delle attività amministrative, non ricevono lo stipendio da quasi un mese. Molti di loro sono scesi in piazza per protestare. Nessuno, può dire quando il blocco terminerà. Nel frattempo i sindacati dei dipendenti federali hanno fatto causa al governo accusandolo di «violare le leggi sul lavoro» e molte chiese americane non sono rimaste a guardare, come la chiesa presbiteriana.

Il Food Center, luogo nel quale si distribuisce il cibo alle persone bisognose di Morrisville, di proprietà della Chiesa presbiteriana della Pennsylvania, ha aperto le sue porte anche ai dipendenti pubblici, oggi in emergenza.

« Ron Workman, tesoriere della chiesa, è stato il promotore dell’iniziativa – dice Carol Romano, responsabile operativo della “banca del cibo” presbiteriana –. Il governo degli Stati Uniti con la paralisi delle attività amministrative sta causando forti ripercussioni ai danni dei dipendenti pubblici. E questo per una disputa tra il presidente Donald Trump – favorevole – e i democratici del Congresso – contrari – al finanziamento che non ha ottenuto il voto per costruire il muro al confine meridionale del paese con il Messico (5,7 miliardi di dollari per realizzarlo e “per fermare l’invasione degli immigrati illegali”, sostiene Trump, ndr). Questo è il più lungo fermo del governo nella storia degli Stati Uniti, con quasi un milione di impiegati federali senza stipendio», prosegue Romano.

Situata sul fiume Delaware, di fronte alla Capitale dello stato del New Jersey, Morrisville è un’area che conta molti lavoratori federali. La chiesa presbiteriana locale ha affermato con un comunicato: «Sino a quando la situazione non sarà rientrata proseguiremo con la distribuzione settimanale di cibo agli impiegati federali. Molti di questi dipendenti seppur in stato di necessità – conclude Romano – si sentono a disagio e faticano a prendere la decisione di venire nelle nostre strutture per i pasti; tuttavia crediamo che il servizio debba essere una possibilità da tenere aperta comunque, qualunque sia la loro più che comprensibile decisione di venirvi o meno».