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Forme architettoniche e spazi della fede pubblici

La testata specialistica Il Giornale dell’architettura ha reso disponibile, sul proprio sito web (www.ilgiornaledellarchitettura.com) gli Atti del Convegno fiorentino dedicato, nell’ottobre del 2017, al tema «Edifici di culto e religioni». Organizzato dall’Istituto Sangalli per la storia e le culture religiose, con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti di Firenze, il convegno partiva da un assunto che chiunque, anche nell’ambito delle chiese del protestantesimo «storico», può constatare: da un lato i luoghi di culto sembrano spesso sovradimensionati a fronte della riduzione del numero di praticanti, e dall’altro, da parte di altre e più nuove chiese o forme di aggregazione religiosa, cresce la richiesta di avere locali adeguati, per l’osservanza della loro religione. Le normative di alcune Regioni, che stringono le maglie sulla riconversione a fini di culto per locali in origine destinati ad altro uso, è un’ulteriore complicazione.

Così l’incontro ha permesso di riunire competenze e professionalità diverse (architetti, ma anche storici, giuristi, storici dell’arte e rappresentanti di chiese ed espressioni religiose, insieme ai direttori dello stesso Giornale dell’architettura.com (Luca Gibello) e della storica rivista Casabella, Francesco Dal Co. Ora chiunque può scaricarne gli Atti, curati da Michele Moramarco e Maurizio Sangalli.

Fra gli autori, oltre agli specialisti del settore, troviamo anche Francesco Margiotta Broglio, che per anni ha insegnato Storia dei rapporti fra Stato e Chiesa, e Davide Rosso, direttore della Fondazione Centro culturale valdese di Torre Pellice, il cui intervento si intitola «I templi valdesi in Italia: tra religione e aspetti storico-architettonici. I casi di Pinerolo e Roma – p.za Cavour». Punto di partenza della relazione è la svolta del 1848 (Lettere patenti e diritti civili e politici) e del 1861 (Unità d’Italia), con la conseguente volontà di evangelizzazione; segue una disamina del contesto di dibattito culturale fra ambienti liberal-risorgimentali e ambiente clericale e poi una analisi della dialettica fra spazi interni al tempio e sua collocazione nell’ambiente urbano (spazi esterni), tra finalità liturgica e accoglienza delle persone. Se «il confine culturalmente inteso è il punto d’incontro con l’Altro», come spiegava il semiologo Juri M. Lotman, esso ha la capacità di creare nuova informazione: cioè una dialettica che prelude a nuovi rapporti, e questo vale a livello architettonico come a livello umano. Non per niente i templi delle Chiese protestanti non sono luoghi sacri, ma possono anzi trasformarsi in luoghi aperti al dibattito anche culturale e civile.

Foto di Pietro Romeo: tempio di Pinerolo (To)