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Legge di Bilancio. Una «stangata» per il Terzo Settore

Terzo Settore: l’Imposta sul reddito delle società (Ires) è stata raddoppiata (passando dal 12 al 24%) agli enti no profit, agli enti ecclesiastici e alle associazioni di volontariato, e questo dal primo gennaio 2019. Un «regalo di Natale» – una novità fiscale – contenuta nel maxi-emendamento alla Legge di Bilancio 2019. Ne abbiamo parlato con Gianluca Barbanotti, segretario esecutivo della Diaconia valdese) e membro del Consiglio nazionale del Terzo Settore istituito nella scorsa legislatura dal ministero delle Politiche Sociali e del Lavoro.

– Dal primo gennaio le associazioni del Terzo Settore sono soggette all’aliquota ordinaria del 24%. Come commenta questa novità fiscale?

«Molti esperti e operatori del Terzo Settore si sono espressi duramente su questa novità fiscale; anche il presidente della Repubblica ha sentito il dovere nel suo messaggio di fine anno di spendere parole – anche se non in modo esplicito – sul clima che sta circondando il Terzo Settore e le organizzazioni senza scopo di lucro, fatto di critiche, neanche tanto velate e trasversali ».

– Quali sono stati gli effetti di questa «propaganda»?

«Il calo di donazioni. Emblematica è la sfiducia riservata alle Ong e alle persone che vi operano dopo le pesanti e mai confermate accuse “di collusione con scafisti e favoreggiamento dell’immigrazione”».

– L’emendamento nella Finanziaria è stato fulmine a ciel sereno?

«Né il Consiglio nazionale del Terzo Settore né il Forum del Terzo Settore sono stati convocati e tantomeno consultati. Il provvedimento nasce dalla necessità di trovare risorse per il reddito di cittadinanza e la “quota cento”; questa necessità credo abbia prevalso sul dialogo e sulla la concertazione. Il governo ha fatto la scelta unilaterale di equiparare gli enti no profit alle imprese commerciali senza confrontarsi con le parti. Inoltre, la modalità blindata con cui la manovra è stata sottoposta al Parlamento ha impedito qualunque aggiustamento».

– Togliere ai ricchi per dare ai poveri?

«Non direi proprio. La scelta della redistribuzione delle risorse attraverso il reddito di cittadinanza e quella di introdurre la quota cento per le pensioni sono decisioni legittime e interessanti se saranno utili per redistribuire il reddito e sostenere davvero i bisogni di una fetta importante di società civile, ma se per farlo la “coperta” è tolta a un altro corpo sociale importante, che spesso opera in favore della coesione, del recupero di spazi di cittadinanza e appartenenza, qualcosa non torna».

– E dal primo dell’anno gli enti no profit dovranno affrontare costi annuali raddoppiati…

«L’aumento delle imposte da reddito d’impresa toccherà molti enti ecclesiastici, Fondazioni e enti ospedalieri che dovranno sostenere il raddoppio di imposte sui redditi da locazione, in molti casi una delle uniche entrate certe per il Terzo Settore».

– Il presidente del consiglio Giuseppe Conte e i vice Di Maio e Salvini hanno dichiarato che metteranno mano al provvedimento per modificarlo, o addirittura eliminarlo…

«Promesse che speriamo possano trovare attuazione. Per ora non si è capito come intendano intervenire. Le recenti affermazioni seguono altre parole che andavano in direzione opposta, come abbiamo visto».

– La Diaconia valdese e la chiesa valdese avranno ripercussioni?

«L’impatto per la Diaconia valdese e per le altre opere che fanno parte dell’Ordinamento valdese fortunatamente sarà minimo, in quanto il patrimonio immobiliare è esclusivamente utilizzato per le attività interne e non per le locazioni. La Tavola valdese subirà un impatto evidente, il patrimonio immobiliare in possesso spesso è utilizzato per le locazioni e dunque sarà oggetto del raddoppio della tassazione, con una previsione di maggiori oneri per diverse decine di migliaia di euro».

– E su larga scala?

«Il provvedimento muove 150 milioni di euro che nel complesso della Manovra sono stati un elemento importante di discussione governativa».

– Non è solo una questione di numeri… quanto la discussione sul provvedimento è una questione di principio?

«La narrazione proposta in questi ultimi sei mesi indirizzata al Terzo Settore spero possa presto cambiare perché è nociva. Gli enti no profit non possono essere colpiti con la scusa di voler punire “dei furbetti”. Stiamo parlando – malgrado possano esserci anche alcune “mele marce” – di fette intere di società, di comunità democratiche e solidali, di chiese, di associazioni e di Fondazioni che sono importanti per lo sviluppo di interi territori, per tutto il Paese e le comunità di riferimento».