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Nasce ufficialmente la nuova chiesa ortodossa ucraina

Oggi 7 gennaio è il Natale ortodosso, e ieri 6 gennaio è nata ufficialmente la nuova Chiesa ucraina, la quindicesima del panorama ortodosso mondiale.

Con una cerimonia alla cattedrale di San Giorgio al Fanar di Istanbul, la sede del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, il patriarca ecumenico Bartolomeo ha firmato il Tomos, documento, che riconosce l’autocefalia della chiesa di Kiev, sancendone lo sganciamento dalla Chiesa ortodossa russa, cui faceva parte fino a ieri. Patriarca della neonata entità ecclesiastica è il metropolita di Kiev Epifanio.

Uno strappo che sta lacerando il mondo ortodosso, e che ha interrotto le relazioni fra Bartolomeo, primus inter pares fra i patriarchi, e Kirill, a capo della Chiesa di Mosca, la più potente e numerosa.

Si è trattato di una cerimonia anche dal forte accento politico, rimarcata dalla presenza nello scranno d’onore al fianco dell’altare del presidente ucraino Petro Poroshenko, che ha fatto dell’autonomia della chiesa ucraina da quella russa uno dei capisaldi su cui tentare la difficile riconferma alle imminenti elezioni che si terranno il 31 marzo prossimi. I quasi 5 anni di conflitto hanno azzerato le relazioni fra Kiev e Mosca, e l’autonomia della chiesa è uno dei tasselli, fra i principali, del processo in corso. Quasi un terzo dei fedeli della Chiesa di Mosca si trovano infatti su suolo ucraino, chiamati ora a scegliere se rimanere fedeli all’antica chiesa o se abbracciare la nuova. Per non parlare delle migliaia di edifici e luoghi di culto che sono destinati ad alimentare le dispute sulle proprietà e sul loro utilizzo, un patrimonio immobiliare immenso. Lo scisma è una minaccia ventilata: al momento il sinodo della chiesa russa ha emanato una serie di documenti ufficiali di fuoco, aspramente critici nei confronti della condotta di Bartolomeo, e ha interrotto la comunione eucaristica con Costantinopoli. Le altre 13 chiese del panorama ortodosso sono ora chiamate al riconoscimento ufficiale della nuova chiesa. Certe le posizioni contrarie delle chiese polacca, serba, cecoslovacca e di Antiochia, dubbie quelle di altre realtà. Il rischio di divisioni inconciliabili cresce. Nel mentre oggi a Kiev alla cattedrale Santa Sofia si terrà una funzione solenne per sancire anche in patria la nascita della nuova chiesa alla presenza in qualità di primattore ancora di Poroshenko. 

Nella foto la cattedrale di Santa Sofia a Kiev