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Mancano i piccoli uccelli

È usanza, diffusa soprattutto nei paesi del nord Europa, posizionare durante l’inverno nei propri giardini delle mangiatoie per gli uccelli. Nei mesi più freddi infatti la moria dei volatili è più alta rispetto al resto dell’anno e soprattutto nel caso di ingenti nevicate le mangiatoie diventano un rifugio sicuro dove trovare cibo che diversamente sarebbe difficile da reperire, soprattutto per gli uccelli più piccoli, come pettirossi, cinciallegre etc.

Il sito della Lipu consiglia di posizionare cibi che contengono grassi e oli naturali come le arachidi, lo strutto, i semi di girasole, il burro di noccioline. Ma è importante variare e personalizzare il cibo in base ai «visitatori» abituali.

Quest’anno però fra gli appassionati e gli ornitologi serpeggia un dubbio: «Nelle ultime settimane ho visto un calo notevole rispetto agli anni scorsi delle presenze di piccoli uccelli nella mia mangiatoia – ci spiega Robi Janavel, ornitologo – e confrontandomi con altre persone che ogni anno nutrono i volatili è emersa la stessa preoccupazione legata alla fortissima diminuzione. Mi sono confrontato anche con il direttore del parco del Gran Paradiso riscontrando le stesse preoccupazioni». Moria su larga scala? Cambiamenti climatici? «Non saprei – continua Janavel – anche perché la stagione non è stata per il momento troppo rigida o diversa da altre che abbiamo vissuto in passato». Giovanni Boano è il direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Carmagnola e appassionato ed esperto ornitologo che da oltre 50 anni segue questo mondo. «Al momento non abbiamo dati precisi. Per riuscire a capire cosa sta succedendo dobbiamo confrontarci con altre zone d’Europa e capire quanto è diffusa questa carenza di uccelli. È innegabile che in più parti del Piemonte si segnala una forte diminuzione che però può essere dettata da diversi fattori. Una potrebbe derivare dalle temperature particolarmente miti dell’autunno che possono aver ritardato le migrazioni oppure la primavera di quest’anno che è stata molto rigida e quindi ha ostacolato le riproduzioni degli uccelli stanziali rispetto agli anni passati. Anche la stazione di inanellamento del colle Vaccera ad Angrogna, gestita dal Gruppo Piemontese Studi Ornitologici “F.A. Bonelli”, ha confermato un calo significativo del passaggio. In ogni caso bisogna continuare a monitorare la situazione».

Foto di Robi Janavel