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Il portatore di doni di Natale

Nella festa di Natale che conosciamo i doni sono al centro: li si compra, ce li si scambia e soprattutto li si fa trovare ai bambini. Per l’infanzia oggi è generalmente Babbo Natale ad avere questo compito, una figura simbolica laica che ha origini antiche. Infatti l’immagine dell’uomo che porta doni in pieno inverno sembra sia una tradizione antecedente al cristianesimo, probabilmente legata al solstizio d’inverno. Ma Babbo Natale può essere un anziano, un santo, un demone o anche uno spirito angelico legato a Gesù.

Oggi tutte queste versioni sono confluite in quello che è diventato Santa Claus o Babbo Natale, riconosciuto nell’iconografia codificata e fissata dalla pubblicità della Coca Cola in tutto il mondo.

Una mostra, Prima di Babbo Natale. Santa Claus nelle illustrazioni tra Ottocento e Novecento che che si sta tenendo a Padova presso Palazzo Zuckermann, raccoglie le tracce di queste tradizioni attraverso immagini e cartoline. Ne parla il curatore Marco Callegari.

Qual è il primo riferimento al personaggio del portatore di doni che avete trovato?

«Dipende. La prima immagine dello spirito del Natale, del Father Christmas inglese, risale al 1652, ma non era un portatore di doni, è più lo spirito del Natale di Dickens in A Christmas Carol. Per quanto riguarda Santa Claus, forse la prima immagine è del 1821 ed è in un piccolo libricino stampato a New York, guarda caso, con le prime immagini litografiche stampate su suolo americano. È un’immagine abbastanza vicina al Santa Claus di oggi, parliamo di un personaggio alto con livrea variamente colorata, con una sorta di colbacco molto alto. Però il primo vero Santa Claus è di due anni dopo, del 1823, ed è vestito in maniera completamente diversa: è un piccolo uomo anziano, vestito alla foggia olandese del 1700, quindi con marsina, pantaloni sotto al ginocchio, scarpe con la fibbia, il tricorno e la pipa lunga tipica olandese. A fianco, in miniatura, stanno la slitta e le renne per poter volare sopra i tetti e scendere giù dal camino. Gli altri “babbi Natale” sono i portatori di doni europei, soprattutto germanici, che non hanno molto a che vedere con il Santa Claus di oggi. Si tratta di figure più antiche con fogge completamente diverse che assomigliano di più a dei Krampus, demoni associati a San Nicola, che però nel corso dei secoli assumono le caratteristiche dei portatori di doni, che puniscono i bambini cattivi, ma che portano regali a quelli buoni».

Cosa avviene con la Riforma Protestante?

«Viene abolita la venerazione dei santi, e quindi anche di San Nicola, il portatore di doni per eccellenza. Ma la tradizione era talmente forte che in qualche modo si è cercato di giustificarla. Lutero nel 1535 istituisce un’altra figura: il Kris Kindl, un essere né maschio né femmina che la notte di Natale porta i regali per conto di Gesù. Entra dalla finestra delle famiglie che stanno cenando e lascia dei dolci o dei piccoli doni e poi se ne va suonando una campanella al suo passaggio. Una figura di infante che ricorda quella del Gesù bambino che nel mondo cattolico, soprattutto nell’area di lingua tedesca tra il sud della Germania, Austria, Svizzera, in parte la Slovenia e poi anche nel nord Italia, è diventato proprio il Gesù bambino che porta i doni.

Il mondo protestante tedesco dell’alta Germania ha poi riabilitato il Kris Kindl tornando ai suoi portatori di doni tradizionali e creando Weihnachtsmann, l’uomo della notte di Natale, che porta i doni come li portava prima San Nicola insieme ai suoi Krampus o Knecht Ruprecht.

Nell’Ottocento, periodo d’oro delle cartoline di Natale abitualmente spedite per posta, i litografi tedeschi hanno realizzato immagini con entrambi i due personaggi rappresentati: Weihnachtsmann, anziano, con la barba lunga insieme al Kris Kindl, così che potesse andare bene sia per chi credeva a uno o all’altro».