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15 buoni motivi per rallegrarsi

Quando una classe di studenti si diploma è sempre una festa; ma in certi casi assume un significato particolare, come accaduto lo scorso lunedì 10 dicembre al Nile Theological College (Ntc) di Giuba, capitale del Sud Sudan, nella cerimonia di laurea di 15 studenti.

La consegna dei diplomi a questi giovani, alcuni dei quali sono stati lontani dalle famiglie per un anno o più, per concludere un percorso di studi in molti casi interrotto dalla guerra, è stata infatti molto più di una festa: il segno tangibile della volontà di guardare avanti, per un paese devastato dalla guerra civile, che solo ora sembra cominciare a risollevarsi.

Il Nile Theological College (si legge sul suo sito Internet) ha cominciato la sua attività a Khartum, Sudan, nel 1991 per iniziativa del missionario della Chiesa presbiteriana degli Usa (PcUsa) Bill Anderson, aprendo successivamente una sezione nella seconda città più grande del Sud Sudan, Malakal, nel 2011. Ma il devastante conflitto che ha colpito il paese ha provocato la chiusura della scuola, le cui strutture sono state distrutte, e la morte di quattro studenti. Il Ntc ha riaperto nella primavera del 2015, con cinque studenti, in locali presi in prestito a Giuba. Alcuni hanno ripreso gli studi, altri si sono aggiunti: oggi sono 27 e il Nile Theological College sta progettando di ampliarsi costruendo un nuovo campus. Anche il campus di Karthum è in piena attività, in un contesto al 90% islamico.

L’istituto offre il più alto grado di formazione teologica universitaria del Paese, ed è frequentato oltre che dai presbiteriani, da episcopali e protestanti di altre denominazioni. Molto importante il suo contributo nel formare non soltanto i pastori e gli insegnanti di religione nelle scuole, ma più in generale la classe dirigente del Paese, ad esempio in ambito governativo.

I coniugi Bob e Kristi Rice, due missionari inviati dalla PcUsa nel paese dal maggio 2017 (dopo sette anni nella Repubblica democratica del Congo), l’uno come pastore e docente e l’altra come consulente per l’economia e lo sviluppo per la Chiesa evangelica presbiteriana del Sud Sudan, hanno raccontato sul loro blog “Embracing Hope” questo momento di grande emozione, tra ghirlande e abiti colorati, cesti di dolci fatti in casa dalle famiglie e distribuiti ai presenti. Erano presenti varie autorità: i moderatori della Chiesa presbiteriana del Sud Sudan e della Chiesa evangelica presbiteriana del Sud Sudan, ministri con la loro scorta, fino al vicepresidente del Sud Sudan, Taban Deng Gai, che si è fatto fotografare accanto a ogni laureato. E ovviamente le troupe televisive per immortalare l’evento, che si è tenuto nello stadio all’aperto di basket della città.

I Rice commentano: «Dato il basso livello di istruzione del Sud Sudan, e le grandi difficoltà incontrate nel completare il percorso di studio, la laurea è davvero un segno di rara distinzione, qualcosa da celebrare a tutti i livelli, insieme a parenti, amici e membri di chiesa».

 

Nella foto: la processione dei laureandi e degli studenti (fonte: Embracing Hope)