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Dio trasforma il deserto intorno a noi

Darò l’acqua nel deserto, fiumi nella steppa, per dar da bere al mio popolo, al mio eletto
Isaia 43, 20

Gesù dice: «Se qualcuno ha sete, venga a me e beva»
Giovanni 7, 37

La promessa è doppia: il dono dell’acqua nel deserto, aprire fiumi nella steppa perché il popolo che ritornerà dal lungo tempo dell’esilio possa bere nel cammino di ritorno verso la terra promessa. L’atteso Messia, il suo nome è Emmanuele, significa Dio è con noi: Dio stesso viene a salvare e sarà in mezzo al popolo eletto con tutta la sua potenza creatrice e trasformatrice della realtà desertica che lo circonda. La sua salvezza inizia dalla trasformazione del luogo della morte, il deserto, in un luogo di acque viventi che danno la vita a tutti; perciò il popolo che egli cura include ora tutti poiché è formato non solo dai forti ma anche dai poveri e dagli esclusi. Dove prima c’era il deserto ora rigogliosa compare la vita abbondante, dove prima c’era miseria, dolore, sofferenza senza fine e senza sollievo, dove prima c’era cecità, sordità, impotenza, peccato, ora ci sarà redenzione, vittoria, gioia, canto e lode senza fine nei cuori travolti dalla speranza che hanno ritrovato la via del ritorno e finalmente possono bere, appagare la sete, cioè il desiderio di salvezza.

Il Signore poi crea una strada, una Via nel deserto, una via che attraversa il tetro paese della morte e conduce alla salvezza. Tutti quelli che seguiranno quella Via raggiungeranno la nuova Gerusalemme. Tutti i riscattati potranno seguire quella via del ritorno a casa attraverso il deserto dove troveranno pronte le acque vive che soddisfano la sete della cerva assettata che brama per le acque nella solitudine. Chi compirà questo miracolo? Chi può costruire nel deserto una via che conduce alla salvezza? Chi può trasformare tutti gli impuri, i peccatori in redenti salvati per sola grazia? Noi sappiamo “chi” è la Via: Gesù Cristo, il Signore risuscitato, dopo aver attraversato il deserto della morte ha trasformato la morte in vita e appaga il nostro desiderio infinito di bere alla fonte stessa della salvezza.