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“Io e Dio”

Lo scorso anno la Conferenza distrettuale del I Distretto, che comprende val Pellice, val Chisone, val Germanasca e Pinerolese, ha proposto una riflessione a sul tema della spiritualità, in particolare sul rapporto personale di ognuna e ognuno con Dio.

Quest’anno ad animare le discussioni, avvenute tra novembre e dicembre, c’erano degli animatori e animatrici, con il compito di facilitare il confronto, a cui è stata affiancata la presenza del pastore o della pastora della comunità, per permettere ai dubbi teologici che sarebbero potuti emergere di avere una risposta.

Marzia Disarò era una di queste animatrici a Luserna e a Prarostino e racconta: «La scelta della commissione di richiedere la presenza di animatrici e animatori era volta ad aiutare le assemblee a riflettere sul tema della spiritualità fornendo degli strumenti per facilitare la riflessione. Questa volta si è voluto usare il foto linguaggio con l’obiettivo di far riflettere le persone e permettere loro di esternare quella che era la loro idea di spiritualità all’interno delle nostre chiese. Sono state pensate e preparate delle foto, approvate dalla commissione e dal gruppo degli animatori e animatrici, che poi sono state lasciate a disposizione delle varie assemblee in modo che i partecipanti potessero scegliere quale foto rappresentasse meglio la propria idea di spiritualità. Un modo per permettere di avere uno stimolo su cui partire per presentare la propria idea. Si trattava di una ventina di immagini, le stesse per tutte le comunità, molto diverse fra loro, per esempio quella di una barca, una croce, paesaggi, falò del 17 febbraio, una danza liturgica, immagini di comunità insieme, un’assemblea o un culto. A fronte della propria scelta poi le persone sono state divise in piccoli gruppi per discutere delle immagini che aveva scelto e poi sono state riportate in una discussione plenaria.

Nelle due assemblee che ho animato è emerso che la spiritualità nasce da dentro, è qualcosa di interiore e si porta all’esterno grazie al proprio modo di agire nella comunità e nella società. È un rapporto diretto con Dio e ti permette di andare oltre e vivere la fede».

Sembra quindi che la spiritualità non sia qualcosa di legato a un luogo, a una fede in particolare e a una liturgia. La spiritualità è personale, ma la condivisione, il modo in cui ti porta ad agire, si trasforma in un vivere la fede insieme ad altre persone.

Continua Marzia Disarò: «Alcuni hanno segnalato l’importanza dell’aiuto, del sostegno nelle difficoltà. La fede porta quindi ad avvicinarti agli altri e alle altre, come conseguenza».

Parallelamente alle discussioni stimolate all’interno delle diverse comunità è stato anche lanciato un questionario online dal titolo “Io e Dio” (l’avevamo presentato qui) che rimarrà disponibile e compilabile in modo anonimo fino al 17 febbraio. Anche questa iniziativa vuole stimolare la riflessione sul tema della spiritualità per raccogliere idee e pensieri che saranno poi condivisi alla giornata dei Concistori che ci sarà a marzo e, naturalmente, durante la Conferenza distrettuale di giugno.

A proposito della scelta delle modalità e del contenuto del questionario Mauro Pons, presidente della Commissione Esecutiva Distrettuale dice: «La scommessa verteva sulla possibilità di allargare l’utenza a cui ci rivolgiamo, in modo particolare per raggiungere le generazioni più giovani che effettivamente sono poco presenti all’interno delle nostre comunità ma che comunque coltivano una ricerca propria. Volevamo aprirci a queste generazioni e abbiamo pensato che questo fosse un modo per raccogliere delle voci che normalmente non recepiamo. Abbiamo lanciato il questionario online il 25 novembre e il giorno dopo avevamo già un’ottantina di risposte, tra questi un quarto circa tra i 15 e 25 anni.

Spesso le nostre comunità si incontrano per discutere du questioni pratiche, meno su questioni di fede. L’anno scorso e quest’anno, una parte, anche se piccola, delle nostre chiese ha avuto voglia di incontrarsi e di parlare delle proprie esperienze e interrogarsi vicendevolmente su quello che li aspetta nei prossimi anni. Quest’anno abbiamo forzato un po’ la mano usando la parola spiritualità, anche se alla Conferenza distrettuale era stato proposto di lavorare sulla vocazione. Abbiamo pensato di allargare allo spettro della spiritualità anche perché ci sembra che nelle giovani generazioni, ma anche tra coloro che hanno meno di 50 anni, questo sia un interrogativo molto presente e a cui le nostre chiese non sono ancora in grado di dare una risposta».