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Aggiungi un posto… letto

Più di duemila congregazioni della Chiesa d’Inghilterra gestiranno durante l’inverno «rifugi notturni» per far fronte alla crescente domanda di persone senza fissa dimora. Questi rifugi a breve saranno potenziati con l’aggiunta di posti letto e con orari di apertura più estesi.

A Manchester opera il riparo comune notturno Night Shelter Greater Together Manchester (Gtm), gestito dalla Greater Together Manchester  che fa parte della rete di chiese del fondo urbano Together di Church Urban Fund . Il rifugio, attualmente, accoglie ogni notte dodici persone, offrendo posti letto per sei mesi all’anno. Grazie a un sostegno economico garantito dal programma A Bed Every Night è previsto e breve l’ampliamento della rete di accoglienza per nuove strutture ricettive con altri dieci edifici, nove dei quali di proprietà della Chiesa d’Inghilterra. Ospiti e volontari potranno d’ora in poi usufruire di un pasto caldo ogni giorno e la sera trovare più diponibilità ricettiva. Lily Axworthy, responsabile dello sviluppo per Greater Together Manchester ha affermato: «Il numero di persone bisognose aumenta ogni anno e questo è preoccupante. Molto incoraggiante quest’anno è stato constatare anche l’aumento del numero di volontari. Ne abbiamo più di duecento a disposizione. Questo,  dimostra che ci sono molte persone che vogliono fare qualcosa di pratico per aiutarne altre, più bisognose, offrendo il proprio tempo e le proprie capacità individuali».

A sud di Londra il progetto The Robes, nato per coprire le esigenze dei «senzatetto», fornisce trentacinque posti letto per notte per cinque mesi l’anno. Un «rifugio notturno» con una «rete» di trenta sedi religiose, ventitré delle quali di proprietà della Chiesa d’Inghilterra, in particolar modo presenti a Southwark e Lambeth, supportato da oltre 1.000 volontari. É stato il primo progetto pilota, partito nel 2007, da allora impiega consulenti professionali che operano a stretto contatto con ospiti e volontari. James Langstaff, il vescovo di Rochester, nonché presidente dell’ente caritativo cristiano Housing Justice, ha rilevato «i motivi per cui le persone finiscono per strada sono sempre complessi da valutare. Alcune persone si ritrovano per strada e senza sussistenza economica per motivi legati alla salute mentale, altri per l’abbandono delle famiglie o la perdita del lavoro, altri ancora per essere stati rilasciati dopo periodi detentivi. Non dobbiamo dimenticare mai che dietro ogni considerazione o dato statistico c’è sempre una persona, un essere umano creato a immagine di Dio, che quindi merita dignità». Langstaff conclude con un monito, «mentre i nostri rifugi notturni sono ben supportati nel periodo natalizio grazie all’impennata di presenze tra i volontari, molti dei nostri enti ecclesiastici di soccorso e di accoglienza faticano a reclutare persone durante tutto il resto dell’anno».