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Articolo 21. Una festa per la libertà d’informazione

Recentemente la rivista settimanale Time ha deciso di dedicare le sue copertine ai giornalisti perseguitati e ammazzati per il loro lavoro e di conferire a questi «eroi» il titolo di «persone dell’anno» 2018. Tra i reporter «messi in copertina», ricorda il direttore del magazine statunitense Edward Felsenthal, «compaiono le fotografie della filippina Maria Ressa (direttrice del sito d’informazione online filippino Rappler e per questo motivo sottoposta a censure e minacce da parte del regime di Duterte), insieme a lei le due reporter della Reuters arrestate del Myanmar Wa Lone e Kyaw Soe Oo».  Tutte persone, professionisti, per il Time, che sono veri «guardiani» del mondo e impegnati nella «guerra per la verità». Persone che hanno in comune la triste sorte di «esser state prese di mira per il loro impegno, per le loro inchieste, per il loro lavoro».

Tra le copertine c’è anche quella dedicata Jamal Khashoggi, il giornalista assassinato nel Consolato saudita di Istanbul lo scorso ottobre. É la prima volta che il prestigioso settimanale dedica a una persona non più in vita la copertina e l’onorificenza di persona dell’anno. Infine, una pagina è stata riservata alla redazione della Capital Gazette, il giornale di Annapolis (Stati Uniti) che nel giugno scorso subì un attacco terroristico nel quale persero la vita cinque giornalisti.

Se il Time offre ai colleghi giornalisti «le sue prime», in Italia l’Associazione Articolo 21, liberi di… che si ispira alla nostra Carta Costituzionale, dal febbraio 2002, data della sua costituzione, non smette di dedicare attenzioni ai colleghi minacciati – e così, a tutte quelle persone che a vario titolo s’impegnano quotidianamente e senza paure per difendere il principio della verità e della giustizia e i diritti umani –, e di illuminare, riaffermare, e riproporre, attraverso un prezioso lavoro di scorta mediatica le inchieste scomode, per dare voce alle periferie dimenticate, agli ultimi; per ricordare a tutte e tutti che vi è un dovere «quello di informare» e un diritto «a essere informati».

Un ruolo non scontato quello dell’Associazione per la libertà d’espressione, fondamentale per la difesa della democrazia, perché in Italia come nel mondo, molti giornalisti subiscono quotidiane minacce per il loro lavoro, e non sono pochi: 3360. Nel 2017 sono state 176 le misure di vigilanza disposte dalle forze dell’ordine a fronte di 126 atti intimidatori. 19 sono i giornalisti che hanno ricevuto dallo Stato italiano una scorta. L’Italia è al 48° posto nel mondo per la libertà di stampa nella classifica pubblicata da Reporters sans frontieres.

Articolo 21 domani sera dalle 19 con la sua festa a Roma, nella simbolica cornice della Casa internazionale delle donne di Via della Lungara, premierà molti colleghi e presone che si sono particolarmente distinte nella ricerca della giustizia e della verità.

Come ad esempio Corinne Vella, la sorella della giornalista Daphne Anne Vella Caruana Galizia, (la giornalista e blogger maltese, impegnata in numerose inchieste e attiva contro la corruzione e uccisa in un attentato il 16 ottobre 2017) che arriverà a Roma per ritirare un premio che inizialmente credeva fosse dedicato alla memoria della sorella Daphne, ma che le sarà consegnato da Articolo 21 per la sua continua battaglia nel tenere viva l’attenzione sulla tragica morte della sorella e perché sono ancora molti i giornalisti, i blogger, gli attivisti, i gruppi di giornalismo investigativo che cercano di fare luce sui casi su cui Daphne stava cercando di fare luce, e su alcuni dei quali forse ne aveva fatta troppa.

Oltre alla targa Articolo 21 – Federazione nazionale della stampa Italiana – Fnsi a Corinne Vella, altre targhe saranno consegnate, come quella conferita a Deniz Yucel, giornalista turco/tedesco che ha trascorso 11  mesi in carcere da innocente; Paolo Berizzi, giornalista di la Repubblica, ripetutamente attaccato e minacciato per i suoi articoli e le sue inchieste sulle formazioni di estrema destra e neofasciste; a Giorgia Rombolà, giornalista di Rainews24 insultata e intimidita per aver cercato di fermare l’aggressione ai danni di una donna in una stazione della metro di Roma; ed ancora a Alessio Cremonini, regista di Sulla mia pelle, il film prodotto da Netflix sulla morte di Stefano Cucchi; a Marco Sabatini Scalmati, giornalista, per la garbata ma ferma lettera di protesta scritta a Beppe Grillo per ricordare il rispetto dovuto alle persone autistiche e in particolare ai bambini; infine a Lucio Luca, autore del libro L’altro giorno ha fatto quarant’anni che racconta una storia intensa tra precarietà giornalistica e minacce criminali.

Tra le targhe ci sarà anche quella dedicata al giornalista Rai e vaticanista Paolo Giuntella. Quest’anno il Premio Paolo Giuntella andrà a Floriana Bulfon, giornalista freelance autrice di diverse testate giornalistiche e di programmi televisivi, per le sue inchieste su terrorismo internazionale e criminalità organizzate, e per questo motivo più volte minacciata per il suo lavoro.

La serata sarà presentata dalla portavoce nazionale di Articolo 21 Elisa Marincola e dal direttore Stefano Corradino. Il musicista Nicola Alesini si esibirà accompagnando con il suo sassofono un reading dedicato alla Strage di Piazza Fontana, avvenuta il 12 dicembre 1969. La festa avrà il consueto accompagnamento musicale con Mario Franco Cao e Roberto Natale (alla chitarra). 

Foto: copertine del Time