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La Chiesa anglicana neozelandese si scusa con i Maori

La Chiesa Anglicana della Nuova Zelanda si è scusata con il popolo Maori di Tauranga per la sottrazione forzata delle terre avvenuta nel 1800.

Gli abitanti originari, i clan Ngati Tapu e Ngai Tamarawaho, avevano affidato circa 1333 acri della loro terra alla Church Missionary Society, la quale li consegnò nel 1866 alla Corona.

La rivista della Chiesa anglicana della Nuova Zelanda, Anglican Taonga, riporta che durante un culto speciale, celebrato ad inizio dicembre, il vescovo Pihopa Ngarahu Katene e l’arcivescovo Philip Richardson – due delle figure più alte della Chiesa – hanno letto un documento contenente le scuse.

In particolare l’arcivescovo Richardson ha letto il testo in inglese mentre Pihopa Katene lo ha letto nella lingua maori.

Richardson poi si è inginocchiato e ha consegnato il documento, sigillato con il sigillo dei Primati, agli anziani dei clan Ngati Tapu e Ngai Tamarawaho.

Il Vescovo di Waiapu, Rt Rev Andrew Hedge, ha affermato che i membri della Chiesa anglicana della Nuova Zelanda che hanno partecipato al culto «portano fino ad oggi il dolore rappresentativo di una nazione intera composta da vescovi, clero e da laici anglicani».

«Riconosciamo con solenne tristezza che gli eventi del passato hanno gettato un’ombra così lunga sulle generazioni seguenti, lasciando un’eredità di ingiustizia e controversie», ha affermato.

«Ci aspettiamo che questo atto di pentimento possa contribuire a far brillare una luce di riconciliazione in questa whenua (terra)».

Le scuse ufficiali sono state concordate in occasione di un incontro del Sinodo Generale nel maggio 2018, in cui il vescovo Hedge aveva affermato di non aver mai «provato in modo così palpabile un tale schiacciante dolore».