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Pisa, dopo il no del Comune alla moschea interviene la chiesa valdese

Michele Conti dal 27 giugno di quest’anno è alla guida del municipio di Pisa, espressione di una coalizione che comprende Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia, che ne ha fatto il primo sindaco di destra della storia della città. Nel tenere fede a quanto promesso in campagna elettorale in questi mesi la giunta è stata impegnata a trovare le modalità per impedire la costruzione di una moschea nell’are di via Brennero, su un terreno comprato e pagato di tasca propria dalla locale comunità islamica. Rinnegata quindi la scelta della passata amministrazione guidata dal sindaco Pd Marco Filippeschi. L’escamotage trovato è molto semplice: variazione della destinazione d’uso, per un’area considerata troppo congestionata urbanisticamente. Il terreno verrebbe così riconvertito a parco o a servizi destinati al pubblico, ma la proprietà, 4 mila metri quadrati circa, per l’appunto è della comunità islamica. Il Comune annuncia per bocca dell’assessore Massimo Dringoli di Fratelli d’Italia che con la variante si potrebbe procedere all’esproprio per motivi di pubblica utilità, il che rappresenterebbe una beffa e un danno economico e morale non di poco conto. 

Sulla vicenda ha scelto di intervenire anche la locale Chiesa valdese, che in attesa degli sviluppi ha reso noto un comunicato che recita quanto segue:

«La Chiesa Evangelica Valdese sostiene con convinzione il diritto di tutte le confessioni religiose a praticare il proprio culto pubblicamente in piena libertà e in condizioni dignitose, consone al ruolo fondamentale che tale momento assume per una piena espressione della spiritualità di ogni essere umano. A questo proposito, la costruzione di una Moschea in Pisa ci pare necessaria per l’effettivo esercizio della libertà religiosa nella città e nel suo circondario. La Chiesa Valdese di Pisa, pertanto, invita tutte le Chiese cristiane a condividere la giusta battaglia per una compiuta applicazione dell’art. 8 della Costituzione Italiana nel nostro territorio. I cristiani evangelici in passato, quando per le istituzioni religiose era normale invadere l’ambito mondano, hanno sempre sostenuto e promosso il ruolo autonomo della Stato e delle istituzioni pubbliche nel governo del mondo. Tale ruolo sottende la responsabilità di rispondere ai problemi secolari ampliando lo spazio della legalità, perché tutti possano vivere in libertà secondo la legge e non contro di essa. La moschea, per le istituzioni locali, non può che essere il luogo legittimo e pubblico in cui i fedeli musulmani potranno vivere la loro libertà religiosa alla luce del sole, secondo la costituzione repubblicana. E’ doveroso, dunque, che l’amministrazione comunale mantenga gli impegni presi a suo tempo. Di fronte alle difficoltà del tempo presente, come chiesa di Gesù Cristo, non possiamo che pregare Dio perché illumini tutti coloro che sono caricati di gravose responsabilità e doni loro il necessario discernimento. Costituzione italiana: Articolo 8: “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze“».