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Uniti per migliorare l’offerta educativa

Firmato stamattina a Riesi il protocollo d’Intesa tra l’Istituto Comprensivo “G. Carducci” ed il Servizio Cristiano.

L’iniziativa è stata avviata per provare a realizzare a Riesi un sistema educativo congiunto che possa intervenire più efficacemente in un contesto fortemente carente di interventi efficaci a sostegno della crescita delle giovani generazioni.

Il territorio di Riesi, nella provincia Nissena, è caratterizzato da molte difficoltà di natura socio-economica che, tuttavia, partono dalla povertà educativa che si è prodotta negli anni.

Pertanto le Scuole, a Riesi, nel tentativo di superare gli ostacoli sociali che impediscono il sano sviluppo dei minori, ritengono opportuno lavorare insieme come Enti Educativi unici per costruire una rete di educazione e formazione credibile e coerente.

La sottoscrizione, da parte della Dirigente dell’Istituto Comprensivo, prof.ssa Anna Maria Nobile, e del direttore del Servizio Cristiano, dott. Gianluca Fiusco, è avvenuta alla presenza di una folta rappresentanza delle due strutture e dell’Amministrazione Comunale di Riesi che ha salutato con favore questa notizia.

Per il direttore del Servizio Cristiano «si tratta di una tappa storica e speriamo significativa in cui due Scuole, una pubblica l’altra privata, decidono di lavorare per un sistema educativo e formativo unico e unitario».

La situazione socio-educativa di Riesi, infatti, richiede forme nuove e innovative di intervento nelle quali le Scuole possano svolgere un compito fondamentale nel contrasto alle forme di devianza e di violenza minorile, alla riorganizzazione del ruolo educativo secondo nuove dinamiche si spera più efficaci al contrasto di fenomeni che, se non affrontati per tempo, rischiano di sfociare in eventi ben più gravi e talvolta persino criminali.

Non è secondario che, negli ultimi anni, il fenomeno mafioso non abbia arretrato dalle cronache che documentano la situazione del territorio nisseno e, anzi, si caratterizzi negativamente per capacità di penetrazione sociale e di controllo del territorio ben solide.

Che le Scuole colgano la situazione dei tempi e si attrezzino ad affrontare il futuro immediato magari includendo progettualità concrete con una prospettiva non soltanto emergenziale ma di più ampio respiro, per quanto le dinamiche moderne non vivano di prospettive decennali.

Il passo successivo sarà la costituzione di un gruppo di lavoro congiunto che, entro le prossime festività di fine anno, elaborerà un programma d’azione su più versanti: formativo, intervento del Servizio Cristiano su progetti specifici (riabilitativi, educativi e diagnostici), condivisione delle professionalità e delle esperienze per una didattica inclusiva (coro, musica, arte).

In linea più generale il Protocollo si pone obiettivi che vanno dalla formazione degli insegnanti delle rispettive scuole in un percorso unico condiviso e strutturato; la Consulenza agli insegnanti nell’affrontare le situazioni di dispersione scolastica che verranno evidenziate; l’educativa domiciliare e interventi strutturati per minori frequentanti l’Istituto Comprensivo che necessitano di attenzione particolare relativamente a problemi di dispersione scolastica; alla disponibilità del Servizio Cristiano ad accogliere le classi musicali dell’Istituto Comprensivo per le ore di attività musicale curriculare; ai corsi di formazione alle buone pratiche comuni nell’organizzazione scolastica rivolti al personale scolastico; fino ad attività artistiche comuni e in continuità costante nell’anno scolastico (concerto natalizio, continuità scuola primaria-scuola secondaria di primo grado).

Negli ultimi anni il Sinodo valdese ha sempre con maggiore convinzione sostenuto il Servizio Cristiano ritenendo l’impegno di quest’Opera importante nella testimonianza che la Chiesa Valdese agisce nella società. Il cammino nella direzione di una feconda collaborazione con le Istituzioni Scolastiche del territorio può quindi ritenersi un obiettivo oggi pienamente raggiunto nel segno della continuità tra la predicazione della Chiesa alla responsabilità verso le “città dove il Signore ci ha posti” e l’azione diaconale che le nostre Opere portano avanti.

Una azione che tiene conto delle emergenze che i territorio più periferici vivono e nei quali più intensamente si esprime il disagio per un arretramento sociale ed economico che rischia di mietere molte vittime silenti e, tra queste, i più deboli e vulnerabili come i bambini e le bambine.