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3700 leader religiosi negli Usa contestano le politiche di Trump alla frontiera

Domenica, un gruppo di richiedenti asilo, parte della grande carovana di uomini, donne e bambini che dalle nazioni centro-americane stanno muovendo verso gli Stati Uniti, è stato attaccato con gas urticanti da agenti della frontiera a un valico di confine a Tijuana, in Messico. Ennesimo drammatico episodio specchio dell’incapacità dei governi di rispondere in maniera umana a chi chiede di poter vivere un’esistenza lontano da pericoli e povertà.

Questa azione arriva sulla scia delle parole del presidente Trump volte a limitare l’accesso nel paese alle persone in fuga dalla violenza e desiderose di chiedere asilo negli Stati Uniti. In risposta, una coalizione di organizzazioni di fede, chiese, ministri di culto ha consegnato ai giornali un documento, firmato da oltre 3700 leader religiosi, che promette di metter in campo ogni azione al fine di dimostrarsi vicini a coloro che cercano rifugio nelle comunità, e di costruire una società in cui tutti siano i benvenuti.

 La pastora Jennifer Butler, amministratrice delegata di “Faith in Public Life” (Fede nella vita pubblica), un network di circa 50 mila fra pastori e leader religiosi degli Stati Uniti impegnati nelle battaglie per la giustizia ha dichiarato alla stampa: «Negare a persone e famiglie in cerca di asilo un giusto giudizio è un peccato. Attaccarli con gas lacrimogeni è mostruoso. Il Dio che servo mi insegna ad accogliere il nuovo venuto e a difendere i vulnerabili. Come pastora, invito l’amministrazione Trump a cessare immediatamente i suoi brutali attacchi contro i migranti e a concedere un porto sicuro e un’udienza equa a tutti i richiedenti asilo che si presentano alla frontiera».

La vescova Elizabeth A. Eaton, presidente della Chiesa evangelica luterana in America le ha fatto eco: «Come chiesa, non possiamo rimanere in silenzio mentre le nostre leggi sull’asilo sono unilateralmente cambiate e la nostra nazione è chiusa alle persone che fuggono da situazioni umanitarie disastrose. Dalle nostre chiese gemelle in America centrale, la nostra chiesa sa che molte persone se ne vanno per sfuggire alla povertà, alla violenza o alla persecuzione e per poter cercare una vita migliore per i loro figli».

Patrick Carolan, è direttore esecutivo del “Franciscan Action Network”: «I francescani testimoniano un amore genuino e il rispetto per i poveri e i vulnerabili. Guidati da questo valore profondamente radicato, crediamo che ogni persona umana abbia la dignità e il diritto di cercare rifugio quando è minacciata di pericolo. Avendo visto in prima persona la sofferenza e la paura che il popolo honduregno subisce quotidianamente, riteniamo che sia nostro dovere morale accogliere e proteggere i richiedenti asilo nella carovana migrante che cerca semplicemente un luogo sicuro in cui vivere e crescere i propri figli. Allontanarli dal nostro confine sarebbe disumano».

Ecco il testo integrale della lettera:

Impegnarsi a rimanere solidali con le persone in cerca di asilo

Mentre i politici cercano di dividerci gli uni contro gli altri in base alla razza, all’etnia e/o alla nazionalità, rimaniamo uniti e fermi nella nostra convinzione che tutte le persone meritano dignità, rispetto e equità e che insieme possiamo rendere possibile un mondo simile. Siamo persone di fede e di coscienza, provenienti da una lunga tradizione di accoglienza dello straniero e di amore per il prossimo e, seguendo l’esempio dei nostri sacri testi, impegnati a essere buoni vicini per coloro che cercano rifugio nelle nostre comunità per costruire una società in cui tutti siano i benvenuti.

Ci impegniamo a:

• Pronunciare la verità: ci impegniamo a dire la verità sulla nostra famiglia umana respingendo la narrazione disonesta e xenofoba che mostra “l’altro” come una minaccia;

• Accompagnare: ci impegniamo ad accompagnare fisicamente coloro che cercano sicurezza negli Stati Uniti o ci impegniamo a sostenere le persone della nostra comunità che lungo le frontiere stanno accompagnando e aiutando i richiedenti asilo;

• Promuovere e organizzare: ci impegniamo ad agire e riteniamo i leader eletti responsabili di un trattamento disumano verso coloro che cercano protezione dalla persecuzione e dalla violenza. Insieme ai membri della comunità, ci impegniamo a includere e difendere famiglie e individui immigrati nelle nostre comunità.