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“Pari dignità e diritti”: Fdei contro la violenza di genere

70 anni della Costituzione italiana e della Dichiarazione universale dei diritti umani: un doppio anniversario importante, per due fra i testi che meglio rappresentano il tentativo di fornire un quadro organico capace di tutelare gli individui, al di là di ogni lingua, opinione, religione e sesso.

Sono questi due documenti fondamentali a ispirare l’edizione 2018 del quaderno della Federazione delle donne evangeliche (Fdei) “16 giorni per vincere la violenza”, curato dalla giornalista Gianna Urizio, dalla quale ci facciamo raccontare l’idea di fondo e i contenuti delle pagine che, a partire dal 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne, con una storia al giorno ci condurranno fino al 10 dicembre, giornata internazionale dei diritti umani:

«Intanto abbiamo voluto rendere omaggio a queste due Carte a 70 anni dalla loro promulgazione: parole straordinarie, di uguaglianza, che oggi si raccontano e spiegano troppo poco alle nuove generazioni. Due testi che non nascono come funghi nel deserto, ma che si appoggiano su un percorso di progressiva presa di consapevolezza dei tanti errori e orrori perpetuati con le guerre e le discriminazioni. Ecco dunque che una pagina è dedicata alla Dichiarazione di Seneca Falls del 1848, atto fondamentale del movimento di rivendicazione dei diritti delle donne, scritto fra le altre da alcune importanti figure del protestantesimo, come Elizabeth Cady-Stanton e Lucretia Mott. Un’altra pagina è riservata invece alle parole di Eleanor Roosevelt che per tutta la sua esistenza si è spesa per la difesa dei diritti civili, in particolare quello delle donne. E’ stata lei a presiedere la commissione che ha redatto il testo della Dichiarazione universale dei diritti umani: una donna a coordinare i potenti della Terra! Eppure chi se lo ricorda oggi? A quanti viene insegnato, raccontato?».

Come sono strutturate le 16 pagine del Quaderno?

«Vi sono per l’appunto articoli o commi della Dichiarazione universale e della Costituzione repubblicana, e poi 16 storie di donne, quasi tutte vittime di episodi di violenza, emarginazione, sfruttamento, pregiudizio. Storie che non devono essere viste come episodi eclatanti, fuori dalla norma, perché sono purtroppo realtà quotidiana, e per questo vanno collocate in un tessuto culturale maschilista che permea l’intera nostra società. Non sono solo opere di pazzi violenti insomma, ma ci sono vicende che esemplificano quanto certi disvalori siano radicati nei nostri tempi. Proseguono l’architettura di ogni pagina un versetto biblico di riferimento con annesso un commento, affidato a 8 uomini e 8 donne, pastore e pastori e anche laiche e laici, e questa pluralità si sente nei testi ed è giusto che ci sia. Siamo in cammino, momenti di riflessione comune non possono che far del bene a questo processo. In chiusura di ogni pagina vi è infine una preghiera e una domanda che vuole aiutare nella riflessione di quanto appena letto. Completano il tutto dei suggerimenti di film che trattano questioni di genere e che possono rappresentare un altro valido punto di partenza per dei ragionamenti in materia, e infine delle domande aperte, inserite per aiutare a riflettere su quanto appena letto».

Sono pagine pensate come strumento per le chiese, per i gruppi, al di là di queste giornate specifiche?

«Certamente, le date sono dei simboli, ma ricondurre tutto a questi eventi sarebbe un grossolano errore. La questione va affrontata ogni giorno e ripeto, va fatto smontando il teorema dell’eccezionalità, perché questo diventa un alibi per l’uomo che dice “Io non so così”. Se non si affrontano alle radici le contraddizioni delle nostre società e le prevaricazioni sistematiche, radicate culturalmente (anche nelle donne che a volte non si valorizzano quanto dovuto), allora non si avrà nessuna reale presa di coscienza e nessun percorso potrà avere inizio».

Il Quaderno, prezioso scrigno di riflessioni, è disponibile qui