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Luterani, solidarietà al Baobab

«Come Diaconia della Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi) e Diaconia della comunità evangelica luterana di Roma, esprimiamo la nostra solidarietà nei confronti dell’ex presidio umanitario di Roma gestito da Baobab Experience. Un esempio di assistenza e accoglienza concreta, messa in atto con amore e dedizione da parte di volontari fortemente motivati e portata avanti senza alcuna sovvenzione pubblica» esordisce così la dichiarazione sottoscritta dalla responsabile della Diaconia della Celi, avv. Daniela Barbuscia e da Gertrud Wiedmer, responsabile della Diaconia della comunità evangelica-luterana di Roma.

«Abbiamo avuto, in più occasioni, l’onore di collaborare con Andrea Costa, coordinatore di Baobab, e con i volontari che ogni giorno si prendono cura di circa 200 persone: un lavoro immenso e ammirabile – continua la nota diffusa oggi alla stampa –. Siamo sconcertati di fronte a un atto così crudele e inumano. Buttare giù con le ruspe soluzioni di emergenza è una vergogna per la città di Roma e per l’Italia intera». Nel denunciare la politica di chiusura che ha colpito i migranti, le Ong, le realtà territoriali e i progetti di solidarietà già avviati, come quello di Riace, nonché quelli gestiti da volontari e organizzazioni private senza oneri per lo Stato, i luterani richiamano l’attenzione sulle contraddizioni del cosiddetto “decreto sicurezza” che ha portato a «mettere per strada tanti immigrati regolari, titolari di protezione umanitaria. Gli SPRAR infatti, secondo il decreto, possono ospitare solo rifugiati».

La Chiesa evangelica-luterana in Italia, da sempre impegnata in diversi progetti di aiuto immediato a migranti e a persone bisognose, vede «con crescente preoccupazione questo accanimento contro chi fa accoglienza e il plauso che queste politiche del governo riscuotono. Ultima mossa, la nomina di Stefania Pucciarelli a presidente della Commissione “Diritti Umani” del Senato, parlamentare già accusata per istigazione all’odio razziale e che ancora pochi giorni fa inneggiava alle ruspe nei campi Rom. Ma come si sono sentite le persone che all’alba hanno dovuto lasciare la loro tenda? Come si sono sentite a dover lasciare i loro pochi effetti personali? Ma dove andrà questa povera gente disperata? Questo sarebbe il frutto di un decreto sicurezza? Troviamo che sia frutto dell’accanimento verso i più deboli» conclude il comunicato, auspicando un intervento di Roma Capitale per ricollocare in centri di accoglienza dignitosi le persone sgomberate.