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Il Manifesto di Assisi è pronto: «rendiamolo vivo!»

Pubblichiamo la versione emendata del Manifesto di Assisi, il decalogo sulle buone pratiche della comunicazione, con le proposte raccolte (tra le quali quella consigliata dal moderatore della Tavola valdese, il pastore Eugenio Bernardini, che aveva chiesto di inserire nel testo «il valore del pluralismo religioso» con un video messaggio trasmesso in occasione della giornata di dibattito) in occasione dell’incontro «Le parole non sono pietre», tenutosi a inizio ottobre presso la Sala stampa del Sacro Convento di Assisi.

«Non vi è stato nessuno stravolgimento della bozza di partenza – rileva Roberto Natale, relatore dei lavori di redazione finale del testo e coordinatore del Comitato scientifico di Articolo 21 –. Il cambiamento più significativo – nella formulazione dei punti del decalogo – è il passaggio dal “tu” al “noi”: a testimonianza dell’assunzione collettiva di responsabilità e il carattere di chiamata all’azione che il Manifesto vuole avere. Come deciso ad Assisi – prosegue Natale – ora scatta la fase più importante, quella di far vivere davvero il Manifesto, farlo diventare spunto di confronto, di dibattito, di polemica. Non soltanto tra i giornalisti ma per chiedere a tutti una comunicazione responsabile, rispettosa, che si basi sui fatti e che rigetti i discorsi d’odio. É una società intera che dobbiamo cercare di raggiungere, a partire dalle scuole e dalle iniziative di formazione con l’ambizione di portare il Manifesto anche nel web e sui social – conclude Natale –, dove si gioca oggi tanta parte del processo di formazione dell’opinione pubblica e dove più frequente è un uso contundente del linguaggio». Una prossima tappa di verifica, infatti, è stata programmata sempre ad Assisi la prossima primavera, prendendo come base di riflessione «il tema che papa Francesco ha scelto per la Giornata mondiale 2019 delle Comunicazioni Sociali: “Dalle community alle comunità”».

Il Manifesto di Assisi (testo emendato del Decalogo)

L’ostilità è una barriera che ostacola la comprensione. Nel rispetto del diritto-dovere di cronaca e delle persone occorre comprendere.

Scriviamo degli altri quello che vorremmo fosse scritto di noi. Un’informazione corretta lo è sempre, sono la fiducia e la lealtà a costruire una relazione onesta con il pubblico.

Non temiamo di dare una rettifica quando ci accorgiamo di aver sbagliato. Difendiamo la nostra dignità di persone, ma anche quella altrui, fatta di diversità e differenze. Tutti hanno diritto di parlare e di essere visibili.

Diamo voce ai più deboli. Costruiamo le opinioni sui fatti, e quando comunichiamo rispettiamo i valori dei dati per una informazione completa e corretta.

Dietro le cifre ci sono gli esseri umani. Impariamo il bene di dare i numeri giusti.

Se male utilizzate, le parole possono ferire e uccidere. Ridiamo il primato alla coscienza: cancelliamo la violenza dai nostri siti e blog, denunciamo gli squadristi da tastiera e impegniamoci a sanare i conflitti.

Le parole sono pietre, usiamole per costruire ponti. Facciamoci portavoce di chi ha sete di verità, di pace e di giustizia sociale. Quando un cronista è minacciato da criminalità e mafie, non lasciamolo solo, riprendiamo con lui il suo viaggio.

Diventiamo scorta mediatica della verità. Con il nostro lavoro possiamo illuminare le periferie del mondo e dello spirito. Una missione, ben più gratificante della luce dei riflettori sulle nostre persone.

Non pensiamo di essere il centro del mondo. Internet è rivoluzione, ma quello che comunichiamo è rivelazione di ciò che siamo. Il nostro profilo sia autentico e trasparente.

Il web è un bene prezioso: viviamolo anche come bene comune. La società non è un groviglio di fili, ma una rete fatta di persone: una comunità in cui riconoscersi fratelli e sorelle. Il pluralismo politico, culturale, religioso è un valore fondamentale (mozione E. Bernardini, ndr).

Connettiamo le persone. San Francesco d’Assisi operò una rivoluzione, portare la buona notizia nelle piazze; anche oggi una rivoluzione ci attende nelle nuove agorà della Rete. Diamo corpo alla notizia e portiamola nelle piazze digitali.