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«Il volto della chiesa futura»

«Mai più guerre, mai più nazionalismi» non potevano che essere queste le parole richiamate dal vescovo luterano Heinrich Bedford-Strohm, presidente del Consiglio dell’Ekd, la Chiesa evangelica in Germania, nell’apertura del suo Sinodo annuale (o meglio, della 5a sessione del suo 12° Sinodo, che dura in carica sei anni), la scorsa domenica a Würzburg.
Nella giornata in cui in tutta Europa si commemorava il centenario dalla fine della prima guerra mondiale, Bedford-Strohm ha parlato dell’importanza della memoria, ricordando che cento anni fa l’Europa era (si legge in un comunicato stampa emanato dall’Ekd) «un campo disseminato di cadaveri perché governi spinti da interessi nazionali si erano mossi gli uni contro gli altri, e anche perché le chiese si erano unite acriticamente alla frenesia dell’entusiasmo nazionalista e avevano benedetto le armi di questa guerra inenarrabile».
Come cristiani, ha sottolineato Bedford-Strohm, «ci assicureremo che le lezioni della storia non vengano gettate via e che la riconciliazione internazionale resti il più alto obiettivo della nostra azione sociale e di stato». Centrale, per Bedford-Strohm, il ruolo della memoria collettiva da parte delle istituzioni (quindi anche delle chiese): Una comunità che ricorda la sofferenza di Gesù Cristo come parte della sua identità non può non essere sensibile alle sofferenze della gente, ieri come oggi»

Ma il Sinodo dell’Ekd, che si concluderà domani, non si è limitato alla rievocazione del passato, anzi, la sua proiezione verso il futuro è chiara, visto il tema scelto, «La fede dei giovani».
Come ha dichiarato la presidente del Sinodo Irmgard Schwaetzer nel secondo comunicato diramato il giorno dell’apertura, in questo Sinodo «vediamo chiaramente il volto della chiesa futura»: l’obiettivo è «potenziare il ruolo dei giovani nella chiesa», coinvolgendoli maggiormente, avvicinandola alla realtà che vivono tutti i giorni. Per questo è stato importante il momento di confronto con una sessantina di giovani (18-26 anni) di Würzburg per discutere su questi temi, nelle giornate di domenica e di ieri.
Altri tre, secondo Irmgard Schwaetzer, i temi su cui sono stati chiamati a discutere i 120 membri, 20 eletti dal Consiglio e 100 dai Sinodi delle 20 chiese regionali membro dell’Ekd (luterane, riformate e unite, che rappresentano circa 21,5 milioni di tedeschi).
Innanzitutto la gestione delle violenze e degli abusi sessuali all’interno delle chiese, un tema (discusso proprio oggi, martedì 13 novembre) già affrontato nella relazione del Consiglio e introdotta dal suo presidente Heinrich Bedford-Strohm, parlando di richiesta di perdono, ma anche di prevenzione, intervento e assistenza alle vittime. Schwaetzer ha riconosciuto la colpa della Chiesa, che non ha fatto abbastanza per creare «spazi sicuri per i bambini affidati a noi», ritenendo importante colmare questa lacuna.
Il secondo tema, strettamente collegato a quello dei giovani, e trattato sempre oggi, è la posizione della Chiesa nella trasformazione digitale: in particolare, Schwaetzer ha evidenziato l’importanza «di essere nei luoghi e nei contesti in cui i giovani si ritrovano e vivono la loro vita sociale, tenendo conto del mutamento dei comportamenti della giovane generazione rispetto alla comunicazione e all’informazione». Anche il presidente Heinrich Bedford-Strohm ha sostenuto fortemente questo aspetto, esortando le chiese a non chiudersi al mondo digitale per la sua «ambivalenza etica», ma al contrario espandere la propria attività in questo contesto, in quanto «la presenza nel mondo digitale non diminuisce l’importanza del lavorare faccia a faccia» con le persone.
Un tema che interessa molto da vicino anche le chiese sorelle protestanti italiane, così come il terzo, che possiamo sintetizzare con uno slogan che sembra un controsenso: «crescere più piccole». Il numero di membri di chiesa continuerà a ridursi, anche a causa del cambiamento demografico, e «la Chiesa deve abituarsi a questa idea», è stato il commento della presidente Schwaetzer. La questione centrale è rivedere le proprie priorità, «dicendo addio a quello che le era familiare».
Ma questo non deve abbattere, anzi l’invito è stato di portare esperienze e idee incoraggianti, tsulla scia del versetto scelto per questo incontro, dette da Gesù ai suoi discepoli dopo la Risurrezione: «… io vi rivedrò, e voi vi rallegrerete…» (Giovanni 16, 22).