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Investire nel Regno di Dio

Chi è disposto a fare oggi qualche offerta al Signore?
I Cronache 29, 5

Chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi semina abbondantemente mieterà altresì abbondantemente
II Corinzi 9, 16

Un giorno Gesù chiese ad un uomo facoltoso di dividere tra i poveri i suoi averi, ma quest’ultimo, rattristato da tale proposta, pose fine alle sue aspirazioni di discepolo (v. Mc 10, 17-32).

Quell’uomo non se la sentì di investire nel regno di Dio e se ne andò per la sua strada.

Per noi operai dell’ultima ora, investire nel Regno è qualcosa di essenziale, qualcosa da mettere in atto senza paura, perché la paura è indice di scarsa fede.

Di contro, investire abbondantemente è indice di fiducia, è qualcosa che indicherà dove abbiamo il nostro cuore (v. Mt 6, 21).

Un cuore rivolto al Signore stima gli interessi terreni di gran lunga inferiori agli interessi del Regno.

Il salmo 126 parla di una semina faticosa, fatta di fatica e lacrime, una semina cui seguirà un raccolto gioioso. Il salmista ci parla del seminatore che lavora i suoi campi e spende il suo ingegno e la sua fatica in una prospettiva di certezza. Egli è mosso dall’esperienza e dalla speranza: egli sa che il suo non è un lavorare invano e che la fatica porterà i suoi frutti. Se non ci fosse tale speranza, ogni suo sforzo sarebbe frustrante.

Parimente, anche noi credenti, in questo inverno spirituale, in una prospettiva di certezza, investiamo noi stessi per la realizzazione del Regno di Dio.

Seminiamo abbondantemente e abbondantemente raccoglieremo.

Il nostro vivere nella grazia diventi attesa di fede, fondata sulla fedeltà di Dio, che è fedele anche nella nostra storia personale. Chi di noi, nella sua esistenza, può dire di non aver mai sperimentato il tocco, la mano, l’intervento di Dio, proprio quando le forze e la speranza venivano a mancare?

Fidiamoci di Dio senza paura, senza tentennamenti, perché lui è fedele e conosce appieno quali sono i nostri bisogni materiali e spirituali.