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Asia Bibi è ancora in Pakistan

Si trova ancora in Pakistan Asia Bibi, la madre cristiana scarcerata il 7 novembre scorso dal carcere femminile di Multan, dove era stata riportata dopo la storica sentenza di assoluzione dall’accusa di blasfemia. Secondo quanto rivelato ad AsiaNews da Joseph Nadeem, direttore esecutivo di Reinassance Education Foundation, Asia Bibi si trova in una località segreta, al sicuro e sotto protezione. L’attivista ribadisce la «speranza che Asia possa presto lasciare il Paese in tutta sicurezza», e aggiunge che «la famiglia ancora non ha potuto riabbracciarla e non conosciamo le sue condizioni di salute perché non ci è stato consentito vederla».

Nadeem si trova in compagnia del marito di Asia, Ashiq Masih, e di sue due figlie, in una località differente da quella «di massima sicurezza» in cui è tenuta Asia Bibi. L’attivista ha smentito le notizie diffuse secondo cui Asia sarebbe in viaggio verso l’Olanda, paese europeo che ha dato asilo al suo avvocato difensore Saif-ul-Muluk.

La sentenza di liberazione della donna cristiana rimasta in carcere ben 9 anni è stata accolta da proteste e violenze messe in atto dai radicali islamici che, anche dopo il verdetto che l’ha assolta dalle accuse di oltraggio al profeta Maometto, ne hanno chiesto la pena di morte. Il governo, per evitare l’escalation degli scontri, aveva siglato un accordo con i radicali e accettato la revisione della sentenza della Corte. 

Nadeem, riferendo che il governo non ha ancora permesso ai familiari di Asia Bibi di incontrarla, ha espresso la speranza che al più presto sia garantito a tutti loro una partenza sicura dal Pakistan. Nei giorni scorsi il marito Ashiq Masih aveva chiesto asilo politico a Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna. Quest’ultimo paese ha fatto sapere di non poter offrire asilo alla donna cristiana pakistana perché preoccupato da potenziali disordini nel Paese, da attacchi su civili e ambasciate.

Nelle ultime ore si è fatto avanti il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, che si è detto disponibile ad offrire ospitalità alla donna pakistana, recependo una sollecitazione inoltrata dall’Ordine degli avvocati bresciani. «Asia Bibi e i suoi familiari corrono un altissimo rischio di essere uccisi da gruppi di fanatici – aveva scritto il presidente, avvocato Luigi Frattini, in una lettera recapitata al primo cittadino –. Non rimaniamo inerti».

«Mi è parsa una sollecitazione bella e importante da raccogliere subito – ha risposto Del Bono –. Dobbiamo avere il coraggio di dare segnali in controtendenza quando avvertiamo che sono a rischio i principi fondamentali. Abbiamo preso contatto con l’associazione pontificia, i rapporti sono in corso e vedremo come evolve la situazione. Dipenderà dalla famiglia di Asia decidere in quale Paese fare domanda d’asilo. In ogni caso, qualora fosse l’Italia, ribadisco che siamo disponibili e pronti».