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Processo ai solidali delle Alpi, chieste pene dai 6 ai 12 mesi

17 ore di udienza, se non è un record poco ci manca. Un’intera giornata consacrata al processo ai sette solidali di Briançon, accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per aver  prestato soccorso a migranti in difficoltà sulle Alpi e per aver valicato il confine italo francese in compagnia di un gruppo di migranti in occasione di una manifestazione indetta per replicare ad un’altra marcia di pochi giorni innanzi voluta da organizzazioni neonaziste di estrema destra.

Dalle nove del mattino di ieri 8 novembre alle due di notte di oggi 9 novembre, tanto è durata l’udienza che ha visto gli accusati difendersi e replicare alle accuse al tribunale di Gap, nella provincia delle Alte Alpi francesi. Centinaia di persone hanno atteso all’esterno in segno di vicinanza e a nome degli oltre 40 mila che hanno firmato l’appello per la loro scarcerazione promosso dalla Cimade, l’organizzazione umanitaria francese di matrice protestante.

La richiesta del procuratore della Repubblica è stata di 6 mesi di carcere con pena sospesa per 5 degli accusati, e 12 mesi, 8 dei quali sospesi per gli altri due. Caduta l’accusa di banda organizzata rimane quella di favoreggiamento dell’immigrazione, in particolare avvenuta, secondo l’accusa, durante la manifestazione alla quale hanno partecipato almeno una ventina di migranti che mischiati alla folla hanno così forzosamente valicato il confine.

Il giudizio è atteso per il 13 dicembre.

 

Nella foto la folla all’esterno del tribunale di Gap