img_0050

La percezione della nostra appatenenza evangelica

Giunta alla sua terza edizione, la serata a cura della Federazione giovanile evangelica in Italia (Fgei) ha contrassegnato la vigilia dell’Assemblea dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia. Divisi in due gruppi, i e le partecipanti già convenuti a Montesilvano hanno ragionato sul loro coinvolgimento nelle strutture delle chiese evangeliche in Italia. Infatti, come detto in apertura dalla segretaria Fgei Francesca Litigio e dagli altri conduttori dei gruppi, caratteristica della Federazione è da sempre il suo carattere interdenominazionale – anche se altre caratteristiche sono state evidenziate, come per esempio il carattere intergenerazionale, dal momento che i e le componenti vanno dai nemmeno diciottenni ai quasi quarantenni. Uno spazio di crescita – così è stato definito – nel confronto con la fede, che permette di interrogarsi sulla realtà sociale in cui viviamo e sui suoi problemi.

Gli intervenuti, poi, sono stati invitati a scrivere una sorta di sintetico autoritratto relativo al loro modo personale di intendere il coinvolgimento in ruoli di responsabilità all’interno delle chiese di appartenenza. Via via proseguendo nell’esperienza, i testi si sono intrecciati con quelli degli altri, e ognuno ha scoperto negli altri un pezzo di sé, vedendo formarsi sotto i propri occhi una raffigurazione sfaccettata, presa da angolature diverse, come in un dipinto cubista.

Ma il gioco non finiva qui: l’obiettivo ultimo era di arrivare a una discussione franca, e imprevedibile nei suoi esiti, sulle diverse idee che abbiamo della collaborazione tra le chiese battiste, metodiste e valdesi. Certo, molto dipende dal coinvolgimento nelle iniziative locali, soggette a una casistica complessa e a volte imprevedibile. Nelle varie opinioni c’è che teme che si sia un po’ affievolita la spinta della prima Assemblea/Sinodo congiunti (Roma, 1990) e chi teme che ai nostri connazionali la divisione in denominazioni diverse risulti incomprensibile; chi sostiene la priorità di una auto-definizione di «protestante» e chi vede più caratterizzante l’appartenenza evangelica.

Ovviamente non è possibile una conclusione definitiva, ma proprio qui sta l’importanza della «provocazione» della Fgei: il Sinodo valdese e metodista di due mesi fa ha espresso l’auspicio che si arrivi a una nuova sessione congiunta con l’Assemblea battista, un orientamento che sarà certamente condiviso nell’Assemblea di Montesilvano: anche per questo quest’ultima è riconoscente ai giovani evangelici.

Foto di Pietro Romeo