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L’annuncio dell’Evangelo in un paese che dimentica la solidarietà

Giovedì 1° novembre si apre a Montesilvano (Pescara) la 45a Assemblea generale dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (Ucebi), che si concluderà domenica 4. Delle aspettative e dei principali argomenti che saranno oggetto dell’assise parliamo con Giovanni Arcidiacono, che nella precedente Assemblea (Chianciano, 2016) è stato eletto presidente del Comitato esecutivo (Ce) dell’Ucebi.

– A due anni dall’ultima Assemblea, l’Italia che si trova di fronte l’Unione battista è fatta di precarietà e disgregazione: di quale responsabilità vi sentite investiti?

«Disgregazione sociale, precarietà e incertezze per il futuro dei giovani, unite al crescente razzismo in Italia, sono effetti disastrosi dello persistente smantellamento culturale, economico e politico del welfare sociale. Oggi la società italiana va nella direzione di poter fare a meno della solidarietà. Senza solidarietà non c’è il “prossimo” e senza il “prossimo” non si adempie al comandamento di Dio; senza solidarietà il “prossimo” è senza diritti e senza dignità. Come Unione battista il nostro sforzo è aiutare le chiese fornendo loro strumenti biblico-teologici e di analisi per aiutarle a leggere i tempi e orientare l’annuncio dell’Evangelo là dove le ingiustizie, le discriminazioni sociali, il razzismo esigono una risposta nonviolenta, di annuncio del Regno di Dio che dà senso alla vita, praticando il comandamento dell’amore verso il prossimo e cercando il bene del Paese».

500 anni della Riforma nel 2017, 50 dall’uccisione di M. L. King quest’anno, e nel 2016 avevate ricordato i 60 anni dell’Unione: quali meccanismi si sono messi in moto in queste occasioni?

«Per il 500° anniversario della Riforma, il meccanismo più importante nell’ambito delle manifestazioni pubbliche milanesi (1°-4 giugno 2017) è stato quello d’aver dedicato alla Riforma radicale una mostra storico-documentaria, itinerante finanziata dall’Otto per mille battista, messa a disposizione delle chiese per la divulgazione e la conoscenza del messaggio nonviolento degli anabattisti pacifisti, come Balthasar Hubmaier, e per riscoprire l’attualità di temi come la libertà religiosa e di coscienza, il valore del pluralismo per una convivenza civile rispettosa delle diversità e dei diritti umani oltre a nuove forme di impegno e di vita comunitaria proprie del cristianesimo delle origini. Per il 50° anniversario della morte di M. L. King, in particolare, a testimonianza dell’impegno delle chiese battiste in Italia per la nonviolenza e per i diritti civili, abbiamo attivato il Dipartimento di Evangelizzazione e l’Associazione delle chiese di Puglia e Basilicata favorendo la loro partecipazione a Monteleone di Puglia (FG) dove, il 10 marzo è stata consegnata da parte del piccolo Comune alla figlia, la pastora Bernice Albertine King, il premio internazionale di donna impegnata per la nonviolenza e la pace. Per il 60° anniversario dell’Unione, abbiamo organizzato con successo lo scorso aprile un convegno sull’Identità battista in movimento molto partecipato e ricco di riflessioni e spunti critici su alcune questioni teologiche ed etiche che attraversano il mondo battista nella società postmoderna e multiculturale: come evitare il rischio di fare dell’identità uno strumento divisivo tra “noi” e gli “altri”?; come procedere in un processo di fedeltà al “patto” mantenendo lo stesso discernimento della mente di Cristo tanto nella chiesa locale quanto nelle Assemblee generali?; in che modo la diversità può essere vissuta non come minaccia, ma come opportunità, anche nel confronto tra posizioni teologiche ed etiche distanti tra loro e come costruire il consenso quando convivono posizioni diverse?».

All’ultimo Sinodo valdese-metodista si è parlato dei rapporti con le chiese battiste e dell’opportunità di dar vita a una nuova sessione congiunta di Assemblea Ucebi/Sinodo: oltre ai documenti su ecumenismo e fine-vita (frutto del lavoro di commissioni battiste-metodiste-valdesi), quali potrebbero essere i principali temi all’ordine del giorno?

«Già l’Assemblea del 2016 aveva dato mandato al Ce di proporre una nuova assise comune da progettarsi nel prossimo futuro verificando la possibilità di condividere oltre ai temi del fine-vita e dell’ecumenismo, alcuni altri temi che riteniamo possono essere oggetto di una riflessione comune quali l’evangelizzazione, la testimonianza nella società italiana, la formazione al discepolato di tutti i membri di chiesa e formazione dei pastori, la collaborazione territoriale, e l’aggiornamento del dibattito sul battesimo: la relazione della Commissione d’esame al Sinodo 2018 ha fatto un preciso riferimento all’atto sinodale del 1970 [esso sottolinea la necessità di riconsiderare un “ritorno alla prassi del battesimo dei credenti”, ndr]».

Come si articolano oggi i vari ministeri e l’organizzazione strutturale del lavoro all’interno dell’Unione?

«La nostra piccola Unione è caratterizzata da una ricca varietà di doni, ciascuno dei quali necessita di attenzione, cura, formazione e incoraggiamento a essere vissuto pienamente e responsabilmente nell’ambito comunitario locale e in quello dell’Unione stessa, in maniera sinergica con gli altri doni per il servizio nella chiesa e nel mondo. Le esigenze degli interlocutori vanno prese sul serio laddove esse si coniugano con le finalità specifiche del Patto Costitutivo che fonda, unitamente alla Confessione di fede, i rapporti tra le chiese membro dell’Unione (a es.: esprimere sul piano organizzativo l’unità della fede, attuare una linea comune di testimonianza e di servizio, coltivare la speranza del compimento del regno di Dio). La cura della preparazione teologica e pastorale da parte del Dipartimento di Teologia resta il cardine fondamentale attorno al quale orientare e formare le vocazioni. Mentre assistiamo oggi a una carenza di nuove vocazioni pastorali, cresce nelle chiese il bisogno di cura e di formazione nei diversi altri servizi diaconali per le chiese: animatori musicali nel culto, direzione di cori, musicoterapia per l’inclusione sociale e comunitaria, innovazioni innologiche; e in ciò la Nuova Scuola Asaf registra un rinnovato interesse nei diversi ambiti diaconali. In questa direzione, l’Unione ha ripensato e introdotto il Ministero musicale, quello di Evangelista e la prossima Assemblea è chiamata a decidere per l’introduzione del Ministero biblico-teologico itinerante».