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Presentato il Dossier statistico immigrazione Idos-Confronti 2018

«La presentazione del Dossier statistico Idos-Confronti 2018 è un’iniziativa fondamentale e di cui abbiamo sottolineato la valenza politica – ha dichiarato a Riforma.it Gianluca Barbanotti, il segretario esecutivo della Diaconia valdese intervenuto questa mattina alla presentazione del volume (sostenuto con i fondi otto per mille dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi) presso la Sala valdese di Corso Vittorio Emanuele a Torino –. Con questo prezioso strumento cerchiamo di riportare nello spazio pubblico, attraverso le analisi e i dati emersi, un ragionamento onesto e consapevole».

L’Italia è un paese d immigrazione ormai da 45 anni, ha ricordato Luca Di Sciullo, presidente del Centro studi e ricerche Idos, in occasione del lancio nazionale del Dossier a Roma, eppure «il web e una certa comunicazione mainstream utilizza ancora alcuni concetti, parole e cliché che sono rimasti invariati da almeno 30 anni. Si parla di invasione, di clandestini, di extracomunitari, di negri; con tutto un corollario di dogmi nazional-popolari, come ad esempio “gli stranieri ci rubano il lavoro, evadono le tasse, aumentano la delinquenza, importano malattie, erodono le risorse delle Stato, ci passano avanti nell’assegnazione dei benefici assistenziali”. Si tratta di preconcetti che il Dossier, insieme a diversi altri enti di ricerca e al Centro studi Confronti, da anni ha sistematicamente decostruito».

Oggi l’integrazione non è tenuta in considerazione nell’agenda politica del governo italiano, dunque rischia di perdere risorse dedicate, anche nell’ambito dell’Unione Europea: «un atteggiamento che sembra non voler vedere, o non voler accettare, che l’Italia è un paese pluralista, multiculturale e multi-religioso», ha ricordato Di Sciullo.

Basti pensare – emerge dal Dossier Idos-Confront – che di 5.144.000 residenti stranieri, che sono appunto il sedimentato di 45 anni di immigrazione in Italia, 1 milione e 300mila, dunque più di un quarto, è nato in Italia e costituisce le cosiddette seconde generazioni, dunque straniero da un punto di vista puramente legale; «attenzione a chiamare stranieri anche quel milione e 400mila di cittadini comunitari, che a rigore hanno la cittadinanza europea, come gli italiani». Un altro milione e mezzo è diventato italiano per acquisizione. Di quel milione e 300mila di seconde generazioni oltre mezzo milione siede sui banchi delle scuole italiane, rappresentando oltre il 60% degli 826.000 scolari stranieri, i quali rappresentano poco meno di un decimo di tutti gli alunni iscritti.

Questo vuol dire, ha proseguito Di Sciullo «che 3 studenti stranieri su 5 sono nati in Italia senza essere ancora italiani: una maggioranza schiacciante e crescente di anno in anno.

Gran parte di questi giovani (di seconda generazione) sarebbero potuti diventare cittadini italiani se nel 2017 fosse passata la riforma della legge sulla cittadinanza».

A Torino Barbanotti ha proseguito, «I dati riportati dal Dossier sulle integrazioni raggiunte sono incoraggianti e sorprendenti, anche per chi, come noi, la Diaconia valdese, lavora da tanti anni in questo campo. L’appartenenza alla chiesa valdese ci indirizza verso le persone, sui loro racconti. Una domanda che spesso poniamo a chi incontriamo è questa “cosa racconteranno le persone che oggi soffrono per le umiliazioni di stampo razzista, lo sfruttamento coatto lavorativo nei campi, le discriminazioni, le ingiustizie legislative, cosa racconteranno ai loro nipoti queste persone?”. Nipoti che domani frequenteranno, e molti già lo fanno, le stesse scuole dei nostri figli. Il nostro impegno e la nostra attenzione è e dev’essere rivolto al vissuto di ogni singola persona. I dati del dossier ci aiutano a sfatare alcune posizioni retoriche come quella dell’invasione, e a comprendere con maggiore chiarezza il tema delle migrazioni grazie ai numeri, quelli di persone che sono state accolte da altri paesi tranquillamente e senza particolari stravolgimenti».

E proprio in tema di studenti, al Centro Piemontese Studi Africani, il Dossier Statistico ha commissionato una ricerca, relativa alla Regione Piemonte, sulla presenza di studenti nelle Università. «Un contributo sulla presenza di studenti titolari di protezione all’interno delle Università – rileva il direttore Federico Daneo –. Una ricerca difficile sull’afrodiscendenza degli studenti e titolari di protezione presenti negli atenei e che stiamo elaborando proprio con le Università italiane. Un tema importante proprio per il contributo che le Università italiane possono dare in materia di integrazione dei richiedenti asilo e migranti».

Un tema, quello della gestione dell’immigrazione, complesso, ha ricordato a Roma il direttore del Centro studi Confronti, Claudio Paravati: «La gestione dell’immigrazione è diventata, per l’Italia e per l’Europa, un problema imbarazzante, per l’incapacità, da parte dei vari governi, di elaborare una politica ragionata, una programmazione organica e lungimirante, e accompagnata da un percorso di integrazione, per provare a gestire, invece di illudersi  di arrestare, un fenomeno molto più ampio dei confini nazionali, un fenomeno globale, epocale  e irreversibile per dimensioni, cause e prospettive»