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“Non riportare l’orologio indietro nel tempo”

In una lettera inviata all’ambasciata statunitense a Tokyo il 22 ottobre scorso, un gruppo di hibakusha – termine nipponico che indica coloro che sono sopravvissuti alla bomba atomica di Hiroshima e Nagasaki – ha ammonito il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver annunciato il 20 ottobre l’intenzione di ritirarsi dal Trattato sui missili nucleari a corto e medio raggio (INF), firmato nel 1987 dagli Stati Uniti e dall’Unione Sovietica. Nei prossimi giorni John Bolton, consigliere per la sicurezza nazionale, dovrebbe comunicare in maniera ufficiale la decisione degli Usa al Cremlino.

Nella nota diffusa i cinque gruppi di hibakusha affermano che se gli Stati Uniti si ritireranno dal Trattato, «la speranza globale di un disarmo nucleare svanirà, mentre aumenterà la probabilità di una crisi bellica nucleare».

Citando il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari delle Nazioni Unite che dovrebbe entrare in vigore il prossimo anno, gli hibakusha implorano Trump di «non riportare l’orologio indietro nel tempo».

Minoru Moriuchi, 81 anni, vice presidente del Nagasaki Atomic Bomb Survivors Council, ha detto che non solo il ritiro dall’INF del presidente degli Stati Uniti, ma anche l’indifferenza del Giappone e della sua gente verso la questione, potrebbero minacciare l’intera umanità.

«Qualora si verificasse una guerra nucleare, essa metterebbe in pericolo tutta l’umanità. In questo momento solo gli hibakusha stanno sollevando la loro voce», ha lamentato Moriuchi. «Sono amareggiato che il governo giapponese e la gente non stiano facendo nulla contro questa minaccia».

Il sindaco di Nagasaki, Tomihisa Taue, ha detto di aver «invitato gli Stati Uniti e la Russia a portare avanti i negoziati con calma e a non riportare l’orologio indietro agli anni della guerra fredda».