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“Ponti di pace” a Bologna

Apertosi lo scorso 14 ottobre si concluderà questa sera a Bologna il 32° incontro «Ponti di Pace» promosso «nello spirito di Assisi» dalla Comunità di Sant’Egidio e «fortemente voluto – come rileva il presidente Marco Impagliazzo – perché ci troviamo in un momento difficile in cui vengono a cadere un po’ alla volta le tante reti di convivenza nelle periferie delle grandi città e si innalzano muri non solo tra l’Europa e l’Africa, per difendersi dai migranti, ma anche tra gli stessi Paesi europei».

Un’iniziativa interdisciplinare, dunque, e transfrontaliera, che sta offrendo al pubblico presente, la partecipazione di centinaia di capi religiosi, uomini della cultura e leader politici giunti da tutto il mondo.

Tra gli ospiti protestanti ed evangelici la figlia di Martin Luther King, Berenice King, François Clavairoly, presidente della Federazione protestante di Francia, Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), Gerhald Ulrich, presidente della Velkd (Chiesa unita evangelica luterana in Germania), Paolo Ricca, pastore valdese e teologo; l’anglicano Bernard Ntahoturi, i luterani Jürgen Johannesdotter e Karl Hinrich Manzke, il moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini e il professor Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope (Mh), il programma per rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei).

«Stiamo respirando una grande atmosfera di festa nonostante il clima un po’ uggioso – ha detto stamane il professor Paolo Naso raggiunto telefonicamente da Riforma.it –. Bologna da qualche giorno è diventata la Capitale ecumenica e interreligiosa della pace. La trentaduesima edizione del Convegno promosso dalla Comunità di sant’Egidio – prosegue –, anche quest’anno ha accolto protestanti, cattolici, ortodossi, ebrei, musulmani e credenti di altre confessioni religiose. Un’occasione nella quale è stato riscontrato molto interesse per i “Corridoi umanitari” (promossi appunto dalla Fcei, Sant’Egidio e tavola valdese, ndr): la frontiera ecumenica più avanzata che ci sia oggi in Europa. Non esiste nulla di più rilevante oggi dei “Corridoi umanitari” che, insieme, cattolici e protestanti stiano portando avanti – afferma Naso –. L’incontro “Ponti di pace” oltre ai numerosi relatori di alto livello è frequentato da un pubblico attento e interessato. Il “modello pilota italiano” dei “Corridoi umanitari” ha fatto breccia anche nell’opinione pubblica internazionale riuscendo ad attivare risorse nella società civile e nei singoli individui, che si sono messi a disposizione per l’accoglienza. Oggi siamo chiamati però a rilanciare – prosegue Naso –, ho deciso di avanzare una proposta: un Corridoio umanitario dalla Libia per 50mila beneficiari, per persone bisognose e vulnerabili; un “corridoio” gestito ecumenicamente a livello europeo. Una proposta  “messa in campo” e recepita dal movimento ecumenico. Vedremo se troverà le forze per fare la sua strada».

Sullo sfondo dell’incontro ecumenico, anche qualche tensione ricorda Naso.

«La presenza ortodossa è funestata dagli ultimi fatti, nel giorno che vede l’ufficiale “spaccatura” tra il Patriarcato di Mosca e quello di Costantinopoli. Possiamo affermare che da oggi nasce un’incognita sul futuro del movimento ecumenico. Un futuro che certamente vedrà la grande chiesa Russa, a margine della Grande Comunione Ecumenica».

Invece per la folta delegazione protestante, l’incontro di Bologna è stato importante, conclude Naso: «Una grande kermesse religiosa, e dove è stato possibile poter raccontare le iniziative delle nostre chiese su diversi temi: l’accoglienza e la solidarietà, la teologia, la vita delle nostre comunità di fede. Tra i numerosi dibattiti ricordo gli interventi italiani del moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini e del teologo e professor Paolo Ricca in dialogo con gli ospiti dell’ecumene internazionale».

All’assemblea inaugurale di domenica sono intervenuti anche il Grande Imam di Al-Azhar Ahmed Al Tayyeb e il rabbino capo di Francia Haim Korsia e una delegazione di vescovi dalla Cina.  

Nei 34 panel previsti, sino a questa sera, si è parlato e si parlerà delle sfide del mondo globalizzato, di migrazioni, di guerre dimenticate, di ambiente, senza dimenticare l’importante ruolo dell’informazione con un panel moderato dal direttore di Avvenire Marco Tarquinio e, tra gli altri, la presenza del presidente della Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), Giuseppe Giulietti.

L’evocato «Spirito di Assisi» ricorda «quel 16 ottobre del 1986, quando Karol Wojtyla convocò i leader religiosi del mondo nella città di San Francesco, proponendo loro di diventare, insieme “artigiani di pace”». Oggi ricorre il quarantennale «da vivere gli uni accanto agli altri per riannodare il filo di una speranza che vacilla, poiché – ha ricordato nell’intervento introduttivo il fondatore di Sant’Egidio, Andrea Riccardi – molte paure aleggiano nei cuori di gente in cerca di rassicurazioni. In questi anni lo spirito di Assisi ha puntualmente smascherato il fanatismo, affermando che la guerra nel nome della religione è una guerra alla religione».