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Chiese che resistono

In occasione dell’inizio del nuovo anno ecclesiastico abbiamo incontrato alcuni pastori valdesi per fare una panoramica sulle nostre Chiese, per conoscerne le novità e gli obiettivi futuri.

Claudio Pasquet, pastore di San Secondo, afferma che «L’obiettivo, come per tutte le chiese, è resistere. Più che resistenza intendo resilienza. Noi siamo sottoposti a mille tensioni. In questo progetto di resilienza ci sono tre cose essenziali da fare: continuare le attività tradizionali con fantasia e inventiva, cercare nuove forme di annuncio dell’Evangelo e smettere di farci i sensi di colpa per quello che non facciamo. Svolgiamo talmente tante cose che abbiamo dimenticato il nostro primo amore, un rapporto costante con la parola di Dio.

La prassi per mettere in atto tutto ciò è tenere conto delle cose belle che ci sono qui a San Secondo: classi di catechismo numerose, il Gruppo filodrammatico, la Corale, l’Unione femminile. Si registra invece stanchezza in alcune riunioni quartierali e pochissima partecipazione allo studio biblico.

Non ho menzionato il culto nell’elenco delle attività, perché il culto non è un’attività della Chiesa, il culto è la Chiesa. In merito a esso, stiamo continuando a fare i culti speciali e stiamo meditando di fare un culto col ciuccio con le chiese circostanti. Voglio segnalare che il 14 ottobre, culto di apertura delle attività, ci sarà il pranzo comunitario con grigliata, al quale sono stati invitati tutti gli ex pastori per festeggiare insieme i 60 anni della comunità».

Donato Mazzarella, pastore «vicino di casa» di Pasquet a Prarostino, ci dice che «L’obiettivo è di mantenere e sviluppare le nostre attività, che vanno avanti abbastanza bene. In più, quando sono arrivato tre anni fa, ho introdotto lo studio biblico all’interno dell’Unione femminile. Ho anche incrementato le visite pastorali, per me molto importanti. Ai culti la percentuale di affluenza tiene, però è bassa. La criticità è sulle contribuzioni. L’Unione femminile è l’unica cassa in attivo. Sono purtroppo tre anni che non riusciamo ad aumentare l’impegno con la cassa culto. E adesso dovremmo pensare a qualcosa per trovare i fondi per cambiare il sistema di riscaldamento del tempio. Adesso abbiamo stufe a legna che per il culto devono essere accese alla due di notte, ma la persona che se ne occupava non è più disponibile».

A Luserna San Giovanni, ci informa il pastore Giuseppe Ficara, «Si sta ricostituendo il Gruppo giovani. Speriamo che porti bene i suoi frutti. Il precedente gruppo si è sfilacciato perché non erano più tanto giovani! Partecipano alla vita della comunità ma non fanno gruppo. È in fase di valutazione il Ricircolo, che ha compiuto 10 anni. È una cosa molto bella, che funziona, molto utile a livello sociale al territorio. Si stanno valutando quali ulteriori prospettive si possono avere. La voglia di andare avanti c’è.

Un’altra prospettiva è l’integrazione delle famiglie siriane nella comunità. Bisogna far loro sentire che non sono soli. Abbiamo già organizzato cene e gite insieme, e adesso si sta cercando di capire come stringere livelli di amicizia. Alcuni di loro, anche musulmani, sono venuti al culto per esprimere la loro gratitudine. Il Concistoro ci tiene molto che come Chiesa noi offriamo sostegno e integrazione. Purtroppo l’Unione femminile sta passando un periodo difficile, perché non c’è ricambio, l’età media è molto alta. Questi gruppi sono molto importanti, bisogna trovare il modo di farli funzionare.

La criticità sono le finanze. Abbiamo l’impianto di illuminazione del tempio che ci sta abbandonando, allora abbiamo lanciato una campagna di raccolta fondi».

Su questo fronte buone notizie arrivano invece da Prali. «Abbiamo il 98% dei contribuenti – ci dice il pastore Vito Gardiol. – Superiamo ogni anno l’impegno verso la cassa culto, anche di qualche migliaia di euro. Il Concistoro stabilisce un minimo da versare e la comunità risponde molto bene. Per il nuovo anno ecclesiastico non abbiamo progetti particolari. Porteremo avanti i nostri gruppi, la manifestazione Pralibro e il culto all’aperto che si tiene a Pra Daval per ricordare l’adesione alla Riforma del 1533. Le riunioni quartierali vanno ancora abbastanza bene. Abbiamo inoltre una buona collaborazione con Agape; una volta all’anno andiamo anche con un gruppo di volontari a fare dei lavori nella struttura.

Il punto critico è la frequenza ai culti. D’inverno abbiamo introdotto i culti serali, perché essendo una stagione turistica la gente la domenica mattina lavora, e funzionano meglio dei culti classici».