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La Carta di Roma si «rifà il look»

Oggi presso il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti di Roma si presenta l’aggiornamento delle linee guida del codice deontologico «Carta di Roma», un appuntamento importante e promosso dall’Associazione Carta di Roma, che vede tra i fondatori e nel direttivo la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei).

«Nel 2018, la Carta di Roma ha compiuto 10 anni con l’impegno di portare al centro dell’informazione la verità sostanziale dei fatti quando si parla di migranti, rifugiati e richiedenti asilo», rileva il giornalista Rai e presidente  dell’Associazione, Valerio Cataldi. «È indispensabile distinguere le parole che servono agli imprenditori dell’odio e alla politica da quelle che invece servono all’informazione, alla buona informazione. Ed è intorno alla correttezza dell’informazione e alla responsabilità del giornalismo – prosegue Cataldi –, che oggi celebriamo il nuovo Manifesto della Carta di Roma, costituito da un aggiornamento delle linee guida, utile strumento nella prassi quotidiana delle redazioni». 

Presentazione che si tiene alla vigilia del quinto anniversario del naufragio di Lampedusa, Giornata della memoria delle vittime delle migrazioni: «un aggiornamento che spinge a interrogarsi su quanto le parole, o i silenzi, possano rendere complici della costruzione di un clima sempre più intollerante, sempre più violento», conclude Cataldi.

Incontro introdotto e moderato da Anna Masera, garante dei lettori presso La Stampa con gli interventi di Carlo Verna, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti), Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione Nazionale della Stampa italiana, Daniela de Robert, garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale e Valerio Cataldi.

«Quando si fa informazione sui temi dell’immigrazione, si rischia di semplificare e di fornire sintesi parziali per scelta o per mancanza di tempo/risorse, con il risultato di offrire un quadro lontano dalla realtà e quindi un servizio incompleto al pubblico – ha scritto oggi su La Stampa Anna Masera –. É proprio per garantire la disponibilità degli strumenti necessari per un’informazione corretta e un giornalismo responsabile che serve questo aggiornamento delle linee guida per le redazioni riviste e aggiornate ai cambiamenti di concetti e di luoghi che il racconto delle migrazioni oggi impone. Perché quando si parla di migranti, rifugiati, vittime di tratta e richiedenti asilo – tema di grande attualità – è necessario portare al centro dell’informazione la verità sostanziale dei fatti ed è indispensabile distinguere le parole che servono alla buona informazione per contrastare quelle della politica e di chi specula sull’odio. Un aggiornamento che spinge a interrogarsi su quanto le parole, o i silenzi, possano rendere complici della costruzione di un clima sempre più intollerante e violento».