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La politica scozzese in campo per evitare il rimpatrio dei due ragazzi pakistani

La Prima ministra scozzese Nicola Sturgeon si è espressa  pubblicamente per sostenere la campagna volta a impedire a due fratelli richiedenti asilo di essere deportati dalla Scozia (ce ne eravamo occupati qui).

Ha descritto Somer e Areeb Umeed Bakhsh, che hanno rispettivamente 15 e 13 anni, come un “credito” per il paese.

Intervenendo  durante le interrogazioni nel Parlamento scozzese  Sturgeon ha detto che il suo governo esaminerà quali azioni sono nelle sue possibilità per garantire che i ragazzi non vengano riportati in Pakistan.

I due ragazzi sono giunti in Scozia insieme ai genitori nel 2012, in fuga per le minacce ricevute in patria dagli estremisti islamici a causa della fede cristiana della famiglia.

Il governo del Regno Unito ha ripetutamente respinto la richiesta di asilo della famiglia, con la motivazione che sia possibile condurre una vita pacifica in Pakistan, considerato paese non a rischio. Ma il signor Bakhsh, il padre dei due giovani, afferma che il suo nome e la sua fotografia sono stati diffusi tra gruppi estremisti e nessun posto nel paese natale è sicuro per loro.

Una petizione che chiede al Ministero degli Interni di bloccare ogni azione a riguardo è stata iniziata dalla pastora della Chiesa di Scozia Linda Pollock, della comunità di Possilpark a Glasgow, frequentata dalla famiglia Baksh dal momento del loro arrivo in Scozia; in poche settimane è stata firmata da più di 85.000 persone. Due settimane fa le firme sono state consegnate agli uffici per l’immigrazione del governo britannico.

Sturgeon ha offerto alla famiglia il suo sostegno: «Sono davvero colpita nel sentire come la comunità si è radunata attorno alla famiglia Bakhsh e nel vedere quanto sia sta forte la risposta alla petizione del la pastora Pollock».
In riferimento all’eccellente percorso di studi avviato dai due giovani la premier ha aggiunto: «Desidero inoltre congratularmi con Somer e Areeb per ciò che hanno fatto in circostanze molto difficili. Sono un merito assoluto per i loro genitori, la loro scuola, la loro comunità e in effetti sono un merito per la Scozia».

Nel merito delle politiche migratorie Sturgeon ha voluto evidenziare come «Il governo scozzese creda fermamente che i richiedenti asilo debbano essere trattati con umanità ed equità, rispettando la loro dignità e diritti in ogni fase del processo. Il Ministero dell’Interno ha il dovere di garantire che si tenga pienamente conto di tutte le circostanze individuali in ogni singolo caso. E’ assolutamente imperativo quando i bambini sono coinvolti».
La pastora  Susan Brown, moderatrice dell’Assemblea generale della Chiesa di Scozia, ha accolto con favore le osservazioni di miss Sturgeon:  «La storia di questa famiglia ha toccato il cuore di decine di migliaia di persone che vogliono render noto a chi ha autorità quanto siano sconvolti dal vedere il proprio paese comportarsi in questo modo. Se più di 85.000 persone sono disposte ad accoglierli, perché mai le autorità non possono farlo?».