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Libertà religiosa. I metodisti europei contro la legge in discussione in Bulgaria

Scioccati, letteralmente scioccati. Così si sono definiti i membri del Consiglio metodista europeo (Emc) riunitosi dal 7 all’11 settembre scorsi a Copenaghen (Danimarca) dopo aver esaminato la proposta di legge in discussione nel Parlamento bulgaro che lederebbe gravemente la libertà religiosa delle confessioni di minoranza. Ce ne eravamo occupati da queste colonne il giorno dopo l’appello lanciato dai delegati delle chiese evangeliche bulgare durante i lavori dell’assemblea della Conferenza delle chiese europee (Kek) che si è svolta a giugno a Novi Sad

La legge in questione garantirebbe il finanziamento pubblico alle confessioni religiose con un numero di fedeli superiore all’1% della popolazione bulgara – in pratica, solo alla Chiesa ortodossa (60%) e la Comunità islamica (8%) – escludendo tutte le altre – tra le quali la Chiesa evangelica metodista episcopale in Bulgaria e la Chiesa del Nazareno, entrambe membro dell’Emc, e anche la chiesa cattolica.

La legge inoltre proibisce alle comunità religiose di ricevere finanziamenti dall’estero e pone strettissime limitazioni alla possibilità per ministri di culto stranieri ad operare in Bulgaria.

«Il Consiglio metodista europeo – si legge in un comunicato stampa – è nato nel 1993 per superare i confini delle nazioni europee e per assicurare una condivisione di doni, risorse e personale tra le chiese del continente», specialmente quelle maggiormente bisognose di sostegno.

La nuova legge in Bulgaria – che i metodisti europei giudicano in aperta violazione con la Costituzione del Paese che garantisce la separazione tra Stato e chiese e il diritto all’indipendenza di tutte le organizzazioni religiose – vanificherebbe «la nostra missione e ci impedirebbe di sostenere i nostri fratelli e le nostre sorelle bulgare».

L’Emc ha quindi lanciato un appello alle forze politiche bulgare per il ritiro della proposta di legge e ha impegnato le chiese metodiste europee di informare i propri governi di quanto sta accadendo in Bulgaria.

Nel Consiglio dell’Emc siede anche l’italiana Greetje van der Veer.