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l’8 settembre ai tempi di Salvini

In Val Pellice  l’8 settembre 1943, inizio della lotta partigiana (quest’anno erano settantacinque anni!) viene in genere ricordato al Bagnau, nel luogo dove operava la banda comandata da Paolo Favout, (Poluccio) nella quale ebbe un ruolo molto importante Jacopo Lombadini il “protestante nella Resistenza”, toscano, repubblicano, diventato predicatore dopo la partecipazione ad un culto  protestante  a  Carrara,  insegnante nel Collegio valdese di Torre Pellice e dunque “educatore”  di molti di quei giovani che l’8 settembre  sarebbero  saliti in montagna  per combattere il nemico con le armi. Lombardini, come ha ricordato il suo allievo pastore Giorgio Bouchard, aveva insegnato loro a leggere i testi e a comprendere la storia. Jacopo Lombardini morì il 25 aprile  del ’45 (!) nel campo di Mauthausen.

Da quando il Comitato Val Pellice per la difesa dei valori della Resistenza e della Costituzione repubblicana  organizza il programma per l’8 settembre, oltre ai discorsi ufficiali e al pranzo partigiano del Bagnau, c’è anche la fiaccolata, con la banda municipale e i sindaci. Il corteo, dopo aver portato l’omaggio alle diverse lapidi dei caduti, si conclude in genere con la visione di un film. Nonostante  le buone intenzioni si ha però l’impressione di una cerimonia liturgica, ripetitiva, che non riesce a trovare un rapporto con il paese. Chi partecipa lo fa per dovere civico, perché bisogna mantenere la memoria, perché siamo di nuovo in allarme per i populismi e gli egoismi che si scatenano in Europa alla caccia del capro espiatorio di turno. Ieri gli ebrei, oggi gli immigrati, domani….Il nostro corteo sfilando per il centro di Torre Pellice alle nove di sera ha  trovato una città buia, quasi deserta, salvo che in qualche bar, affollato di 20-30enni. La fiaccolata ha destato da parte loro un po’ di curiosità, qualcuno mi ha guardato con ironia o senso di superiorità, qualcuno però ha fatto un piccolo applauso, qualcuno forse si sarà chiesto perché mai degli “anziani” debbano continuare con questi inutili “riti”, invece di starsene tranquilli a casa a guardare la tivù.  Quest’anno si è fatto un piccolo passo avanti: il corteo teneva ben in vista alcuni cartelli che spiegavano il perché della manifestazione. Parlavano di fascismo che  ritorna, della necessità di una vigilanza democratica, di non dormire…Certo, bisognerebbe essere capaci di rompere le liturgie preordinate,  di entrare nei bar e cercare di dialogare, di capire che cosa pensano, che cosa vogliono, che cosa gli interessa…Ma se anche  fossimo riusciti a tirarcene dietro un  paio, di questi ragazzi, promettendo loro  la visione finale del film, ci avrebbero mandati a quel paese. Il filmato  era una  di quelle ricostruzioni storiche di Rai-Storia… cose che  fanno rivivere dei ricordi a chi conosce un po’ di storia. Ma cosa volete che interessi il  Gran Consiglio del  fascismo, l’o.d.g di Grandi, le dimissioni di Mussolini, Salò e compagnia bella, per di più raccontati in un linguaggio difficile e noioso ? Un film inoltre troppo lungo.

Dunque sul piano della comunicazione si può migliorare. Occorre anche smetterla di lamentarsi perché i giovani non ci sono, non partecipano (stesso lamento per il culto e le attività). Non è questione di età, molti  padri e madri sono disorientati, disgustati dalla politica. Pieni di rabbia e di rancore. Allora non si tratta di ricordare più o meno bene l’8 settembre, le scelte giuste e quelle sbagliate, ma di capire la gravità di quello che sta succedendo oggi senza che ce ne accorgiamo. Abbiamo ormai dei ministri eversivi nei confronti della Costituzione: quando il capo della Lega , che, in quanto Ministro degli Interni, detiene l’uso della forza, enuncia la nuova dottrina (io sono  stato eletto, i giudici no, quindi la magistratura mi lasci lavorare) siamo davvero all’eversione .Ma non l’aveva già detto un ventennio fa Berlusconi?  Siamo capaci di spiegare perché non c’è democrazia se i tre poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario cioè parlamento, governo, magistratura) non sono autonomi e separati? Di spiegare perché la democrazia (malata ma ancora curabile) è meglio dell’uomo  forte? E poi non bastano gli appelli all’accoglienza degli immigrati, perché di fatto  essi sono anche un problema…Non serve colpevolizzare chi dice “prima gli italiani (o i francesi e addirittura gli svedesi)…oppure che bisogna aiutarli nei loro paesi…Sono convinto che se ai giovani si spiegasse che una dittatura, anche moderata, potrebbe vietare tutti i social network e far tacere chi dissente, comincerebbero a  capire la necessità  che la democrazia  viva e sia difesa. Come la libertà, la giustizia, il lavoro..,

Le manifestazioni, i discorsi ufficiali le fiaccolate, dall’8 settembre al 25 aprile, possono, devono fare molto di  più che ricordare la Resistenza o invocarne una nuova. Mussolini diceva che non era stato lui a creare il fascismo, ma che lo aveva  tratto dall’inconscio degli italiani. Questo è il punto. Occorre ricordarlo: anche quando si grida forte: ora e sempre Resistenza.