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Sbagliato fare dei migranti i capri espiatori

Nei giorni scorsi il presidente della Diaconia tedesca, Ulrich Lilie, ha criticato duramente il ministro dell’Interno Horst Seehofer per le sue affermazioni secondo cui la questione dell’immigrazione è «la madre di tutti i problemi politici di questo paese» (come dichiarato al Rheinische Post di Düsseldorf, aggiungendo che ciò sarebbe confermato sia dai sondaggi sia da fatti concreti). La nuova ondata di xenofobia e violenze è stata scatenata in seguito all’accoltellamento a Chemnitz, alla fine di agosto, di un tedesco da parte di due stranieri, ora incarcerati (ne abbiamo parlato ieri qui).

Come si legge in un comunicato dell’Ekd, Lilie e il presidente della Chiesa evangelica della Renania (Ekir), il pastore Manfred Rekowski, hanno entrambi affermato che i politici, il governo, dovrebbero sviluppare «un concetto di politica basata sulla coesistenza e il pluralismo» per contrastare la pericolosa deriva razzista.

Seehofer, scrivono alcuni giornali (Bild e Die Welt), avrebbe replicato, in occasione di un incontro a porte chiuse dei vertici della Csu a Neuhardenberg, sottolineando come il conflitto scoppiato dopo i fatti di Chemnitz sia una reazione comprensibile di persone indignate che si ribellano a una situazione inaccettabile, «ma questo non li rende dei nazisti».

Controbattendo alle posizioni di Seehofer, il presidente Lilie ha ricordato che il capo della Csu ha attaccato milioni di immigrati, senza i quali la Germania non ha un futuro: si tratta di un percorso demografico previsto da tempo e inevitabile, ha osservato infine che «il governo dovrebbe fornire delle idee su come la Germania dovrebbe apparire fra dieci anni».

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente Rekowski, che ha avvertito sui rischi di «trasformare gli immigrati in capri espiatori per i problemi politici» del Paese, aspettandosi al contrario, da parte della politica, una maggior consapevolezza della situazione sociale e una maggior capacità di reagire a essa con delle proposte. Con un po’ di autocritica, ha osservato il teologo, che è anche presidente della Consiglio per la migrazione e l’integrazione dell’Ekd, occorrerebbe chiedersi se al centro della questione non ci siano piuttosto politiche sociali ingiuste, considerando che il tema delle migrazioni «è una questione che riguarda le persone e non un problema astratto».