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Ad Augusta per proseguire sulla strada dell’ecumenismo

A dieci settimane dalla visita di papa Francesco al Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) di Ginevra come «pellegrino in cerca di unità e pace», alcuni responsabili del Gruppo di lavoro congiunto Joint Working Group (Jwg – nato tra il Cec e la Chiesa cattolica) si sono dati appuntamento in Germania per proseguire il cammino intrapreso cinquant’anni fa: «pregare e lavorare insieme».

I membri del Gruppo da due giorni dialogano e riflettono anche sulle prospettive future e andranno avanti sino al 7 settembre. Un incontro che si tiene a pochi passi dall’antica città bavarese di Augusta – già simbolo della Riforma protestate e dove il 31 ottobre del 1999 venne firmata la Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione – presso un Centro ecumenico gestito da Focolari e dai luterani.

Il segretario generale del Cec, Olav Fykse Tveit, ha ricordato la recente visita del papa dello scorso giugno: «La giornata passata con papa Francesco è stata per noi un segno di speranza. Speranza per tutti coloro che si sentono cristiani uniti dall’amore di Cristo» e ha proseguito, «per questo non ci siamo fermati al solo incontro con il papa ma proseguiamo in questo cammino perché abbiamo un compito importante, quello di unire le nostre forze. Insieme potremo fare molto di più per coloro che hanno bisogno e, allo stesso tempo, dimostrare la nostra reale unità».

Il vescovo Brian Farrell, segretario del Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei cristiani ha ricordato la sfida del movimento ecumenico: «Papa Francesco ha chiesto all’intero movimento ecumenico di andare al di là dei dibattiti, di rimuovere tutte le possibili esitazioni interiori, di non usare le differenze per giustificare separazioni e rifiuti. Francesco ha chiesto di lavorare insieme e di diffondere il potere salvifico del Vangelo in un mondo debole e malato», ha concluso Farrell.

Heinrich Bedford-Strohm, presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania (Ekd), ha concentrato il suo intervento sulla commemorazione del Cinquecentenario della Riforma.

«Una “Festa di Cristo”, della centralità del Vangelo di Cristo e non solo sull’eredità luterana. Una grande esperienza che ha aperto porte e cuori e accresciuto le amicizie tra cristiani provenienti da diverse tradizioni».

Il Gruppo di lavoro misto, guidato dal metropolita ortodosso Nifon di Targoviste (Romania) e dall’arcivescovo cattolico Diarmuid Martin di Dublino (Irlanda), continuerà a lavorare su due documenti importanti per la cooperazione ecumenica e la costruzione della pace e la pastorale dei migranti e dei rifugiati.

La preparazione di questi testi prevede la collaborazione di esperti del Dicastero vaticano per la promozione dello sviluppo umano integrale e del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. Uffici del Vaticano che stanno lavorando con il Cec per realizzare una conferenza prevista a Roma dal 18 al 20 settembre su Migrazione, xenofobia, politica e populismo.

A più di mezzo secolo dalla sua fondazione il Gruppo di lavoro discute sul futuro delle relazioni già intercorse e quelle future. Inoltre, è previsto un progetto di digitalizzazione per rendere disponibili e consultabili (online) gli archivi storici.

Il Cec comprende 350 chiese protestanti, ortodosse, anglicane e indipendenti che rappresentano oltre 550 milioni di cristiani in oltre 120 paesi. La Chiesa cattolica non è un membro a pieno titolo, ma collabora strettamente con il Cec.