11-inaugurazione

Inaugurato un altro tratto de «Le Strade dei valdesi»

«Mia nonna parlandomi di chi abitava al di là delle montagne verso l’Italia mi diceva: “Lì abitano i barbet; erano cattivi, venivano di qua a fare razzie e ruberie”». A parlare è un signore francese sui settant’anni, lo fa sorridendo sapendo di parlare a un barbet di oggi, che i tempi sono cambiati, che la memoria è diventata comune ed è parte di un unico percorso che guarda in avanti.

Il contesto è l’inaugurazione del nuovo troncone dell’itinerario culturale europeo de «Le strade degli ugonotti e dei valdesi» che da Brunissard, nel comune di Arvieux nel Queyras, arriva a Ristolas e quindi al colle della Croce per scendere verso Bobbio Pellice, a ricongiungersi con «Le Strade dei valdesi». All’inaugurazione del 21 agosto ad Arvieux hanno partecipato, oltre ai «queyrasin», anche numerose persone di Wurmberg, città tedesca fondata dagli esuli valdesi e ugonotti di fine ’600.

Ma perché quest’estensione dell’itinerario? «L’intento – è stato detto – è non solo ricongiungere due territori già “congiunti”, ma ripercorrerne fisicamente tratti della memoria comune: la fede riformata condivisa, le persecuzioni, avere avuto una sopravvivenza da un lato legata all’esilio forzato e dall’altro al rimpatrio». Un mondo, quello di fine ’600, che parla di comunanza nelle persecuzioni, con alcuni riformati francesi che cercano rifugio inizialmente nei territori del duca e che poi subiscono la stessa sorte dei valdesi che sono imprigionati e poi deportati in Svizzera.

Oggi nel Queyras la memoria legata a quegli eventi è un po’ affievolita, anche se ne rimane traccia in racconti come quello della nonna che citavo all’inizio e che si riferisce probabilmente a un momento successivo al 1685, con i valdesi (i barbet nella comune lingua occitana) che fanno azione di «guerriglia» per conto del duca. Il ruolo degli itinerari culturali europei però è proprio far riscoprire il patrimonio comune, cominciare a percorrere quel percorso immateriale camminando materialmente per le strade d’Europa.

E allora i «barbet» sono al di qua e al di là delle Alpi e insieme vanno lungo la strada che un tempo fu forzatamente percorsa fino alla Germania, e lo fanno come cittadini europei, almeno questo è l’intento del Consiglio d’Europa che ne è promotore.