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L’importanza di un abito

Guarda, io ti ho tolto di dosso la tua iniquità e ti ho rivestito di abiti magnifici
Zaccaria 3, 4

Il figlio gli disse: «Padre ho peccato contro il cielo e contro di te: non sono più degno di essere chiamato tuo figlio». Ma il Padre disse ai suoi servi: «Presto, portate qui la veste più bella e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei calzari ai piedi»
Luca 15, 21-22

«L’abito non fa il monaco» si dice: significa che non dobbiamo farci imbrogliare dall’esteriore, dall’apparenza. C’è un proverbio tedesco «Kleider machen Leute» (“Gli abiti fanno la gente”): cioè non solo una persona ben vestita può ingannarci, ma un abito può trasformare una persona, rivelandone ruolo e posizione sociale.

È interessante notare quante volte la Scrittura sottolinei l’importanza di un abito. E quante volte l’atto del vestire una persona evidenzi l’autorità di chi compie il gesto e il cambiamento che avviene in chi è rivestito.

Dio, scacciando Adamo ed Eva dall’Eden, li riveste di pelli di animali, per l’inizio della loro nuova vita: d’ora in poi dovranno coprirsi, nascondersi. La morte è entrata nella creazione: la loro protezione è costata la vita di una creatura.

Zaccaria vede il Sommo Sacerdote coperto di vesti sudicie, rivestito di abiti magnifici dall’angelo del Signore, che gli rivela: così ti ho tolto di dosso le tue iniquità.

Nei vangeli si narra che alla crocifissione i soldati tirarono a sorte la tunica di Gesù, quella stessa che poche ore prima – secondo il racconto di Giovanni – si era tolto per lavare i piedi ai suoi discepoli. Gesù si spoglia della sua veste, la quale scompare chi sa dove nel mondo: simbolo della sua vita data nel servizio e a favore dell’umanità.

«Una folla immensa, in piedi davanti al trono e davanti all’agnello vestiti di bianche vesti» (Apocalisse 7, 9) è la visione di Giovanni: sono coloro che hanno imbiancato le loro vesti nel sangue dell’agnello.

La Chiesa antica battezzava i credenti all’alba della Pasqua: immersi nell’acqua ne risalivano, risorgendo a nuova vita con Cristo e ricevevano una veste bianca che deponevano la domenica successiva, la domenica in albis (deponendis vestibus). Paolo esorta i Romani a vivere una vita nuova e li invita a «rivestirsi del Signore Gesù Cristo» (Rom. 13, 14).

«L’anima mia esulta nel mio Dio, poich’egli mi ha rivestito delle vesti della salvezza» (Isaia 61, 10).