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Anche la ricerca sull’economia può essere ecumenica

Un appello a favore di donne e uomini migranti e un messaggio di solidarietà nei confronti del sindaco di Riace sono stati diffusi al termine della sessione di formazione ecumenica del Sae che si è svolta ad Assisi dal 29 luglio al 4 agosto sul tema «Le Chiese di fronte alla ricchezza, alla povertà e ai beni della terra: una ricerca ecumenica – I». I due testi, sul sito dell’associazione, sono stati votati nell’assemblea finale. Il rispetto e la tutela della dignità della persona, l’inammissibilità della criminalizzazione della solidarietà e dell’accoglienza, la richiesta di una comunicazione politica e di un’informazione corrispondenti alla verità dei fatti sono i punti della prima mozione, che termina con la richiesta alla Conferenza delle Chiese europee )Kek), al Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) e agli organismi delle altre religioni di indire un Forum europeo sulla materia. Nella seconda mozione si esprime vicinanza a Domenico Lucano che ha iniziato uno sciopero della fame per l’esclusione del suo Comune, modello di accoglienza e integrazione, dal sostegno dei progetti a favore dei rifugiati.

I due atti sono frutto di una sessione in cui le chiese si sono interrogate sulla propria assunzione di responsabilità rispetto a un tema chiave nella predicazione dei profeti e di Gesù: il rapporto personale e comunitario con «mammona». Nel loro lungo cammino le chiese e l’ebraismo, dal quale esse provengono, hanno elaborato riflessioni, pratiche, teologie che oggi devono fare i conti con un neocolonialismo e una finanziarizzazione dell’economia sempre più grandi. Illustrando il contesto attraverso l’immagine della spiga ricolma e della spiga gracile, che riassume due parti di mondo in cui lo stato dell’una è deficitaria a causa dell’altra, il presidente Piero Stefani ha dato l’avvio alla sessione, che ha articolato il tema in diverse direzioni. L’economista Rony Hamaui è intervenuto sul rapporto del popolo ebraico con la dimensione economico-finanziaria; il pastore avventista Hans Gutierrez Salazar sull’etica del lavoro nel protestantesimo. La docente Sarah Kaminski ha parlato dell’economia femminile nel mondo ebraico. In una mattinata pubblica al Monte Frumentario l’economista Leonardo Becchetti ha parlato di economia sostenibile, e il giornalista Antonio Quaglio di finanza «mercantile» e «cooperativistica», rilevandone le oscillazioni.

Tra le voci nuove quella di Leonid Sevastjanov, direttore esecutivo della Fondazione San Gregorio del Patriarcato di Mosca, intervenuto sulla visione ortodossa sulla diseguaglianza sociale e sul ruolo della Chiesa nella lotta contro la povertà nello spazio post-sovietico. Sevastjanov ha delineato la concezione di una chiesa «chiamata a essere non solo la bocca parlante di Dio, ma anche le sue mani», attraverso l’introduzione di modelli economici cristiani che implicano la creazione di istituzioni in campo economico, finanziario e dell’informazione per contrastare «tutti i tipi di lobby che non permettono a quanti non vi appartengono di partecipare pienamente ad un processo economico competitivo».

Altro momento inedito è stata la tavola rotonda ecumenica sul finanziamento delle chiese. Paolo Cortellessa di «Sovvenire» della Conferenza episcopale italiana (Cei) ha spiegato i meccanismi del sostentamento del clero e l’utilizzo cattolico dell’otto per mille, il pastore Bruno Bellion ha ripercorso la storia sofferta della Chiesa valdese, la stipula dell’Intesa con lo Stato del 1984, e la scelta e la modalità di avvalersi dell’otto per mille. Il presbitero Ionut Radu ha spiegato come vive e come si sostiene la diaspora romena in Italia che non ha ancora un’Intesa ma una distribuzione capillare sul territorio. Il teologo Simone Morandini ha ripercorso il cammino conciliare del Consiglio ecumenico delle Chiese per la giustizia e la salvaguardia dei beni della terra (Jpic).

L’assemblea riunita ad Assisi che in una settimana ha condiviso riflessioni, studio, preghiera, relax è quella «comunità ecumenica» – definizione di Paolo Ricca, in collegamento da Roma – ben delineata dall’intervento della pastora battista Lidia Maggi nella tavola rotonda sulla testimonianza del Vangelo nelle società delle diseguaglianze economiche, a fianco del vescovo Erio Castellucci. Un’assemblea che ha riflettuto «come chiesa indivisa sulle reciproche mancanze e contraddizioni», che ha interrogato le sue strutture e relazioni facendo «un’analisi dei macigni che, portati insieme, rotolano via come la pietra dal sepolcro all’alba della risurrezione». In questo modo, per Maggi, «l’ecumenismo diventa l’annuncio che, nonostante il corpo di Cristo sia stato diviso, è vivo», e il Sae è annuncio di risurrezione alle Chiese perché riprendano il coraggio di testimoniare insieme il vangelo nel mondo senza scorciatoie. Partendo da sé, nella consapevolezza che «il nodo della giustizia economica, della condivisione dei beni è questione di vita o di morte, per la chiesa. Che l’annuncio del Regno dev’essere accompagnato da un imperativo di giustizia sociale. Da far valere, innanzitutto, nella chiesa, tra i credenti».