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Il Cec: «Salvare la Terra è una questione di giustizia»

«La transizione verso un’economia libera dai combustibili fossili è una questione urgente», lo ha affermato il pastore Henrik Grape, coordinatore del Gruppo di lavoro sui cambiamenti climatici del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) riunitosi a Buenos Aires dal 25 al 27 giugno per confrontarsi sulla «Just transition»: ossia quegli interventi di transizione ritenuti necessari per contrastare i cambiamenti climatici, per raggiungere una produzione sostenibile, per proteggere la biodiversità e porre fine ai conflitti.

Impegni che saranno discussi in occasione della 24a Conferenza delle parti (Cop24) prevista dal 3 dicembre al 14 dicembre in Polonia.

Il pastore Grape, ha ricordato ai presenti che «in un contesto nel quale quasi un miliardo di persone vive nella povertà e dove le disparità socio-economiche continuano a crescere, è necessario muoversi con azioni mirate e tempestive. Perché farlo è una questione di giustizia».

Anche il gruppo intergovernativo dei cambiamenti climatici delle Nazioni Unite ha ribadito l’urgenza relativa all’eliminazione delle emissioni di carbonio entro il 2050 nel mondo «se vorremo evitare impatti climatici catastrofici quali la siccità, le tempeste da record e le inondazioni di piccoli Stati insulari e città costiere».

Significativamente il prossimo Cop24 si svolgerà nella città mineraria di carbone di Katowice dove «molte famiglie dipendono dall’industria carbonifera», come ha ricordato per Pawel Pustelnik, il referente alla riunione per il Consiglio ecumenico della gioventù in Europa.

«Una questione, quest’ultima che dovrà essere dirimente per la futura Cop24, insieme gli obiettivi di sostenibilità e sostentamento per tutti», ha evidenziato Athena Peralta, dirigente del programma per la giustizia economica ed ecologica al Cec.

Se raggiungere la sicurezza energetica attraverso le energie rinnovabili e consentire un accesso equo all’energia è oggi una dimensione importante dovrà «esserlo altrettanto per la questione relativa alle migrazioni forzate», ha ricordato Frances Namoumou della Pacific Conference of Churches.

Tuttavia queste transizioni, è emerso nel dibattito, potrebbero essere pericolose per molte società e popolazioni mondiali: «per questo è fondamentale garantire a tali popolazioni indigene e ad altri gruppi vulnerabili ed emarginati garanzie, affinché non debbano subirne i rischi e i costi», ha concluso Joy Kennedy del Climate Action Now-Canada e del Consiglio delle chiese canadesi.

Nell’ambito dell’incontro è stato organizzato un evento pubblico sul «ruolo delle comunità di fede nell’avanzamento dell’eco-giustizia» ed i membri del gruppo di lavoro del Cec, hanno visitato alcune comunità povere e urbane residenti vicino alla città di Buenos Aires e che devono affrontare quotidianamente sfide relative all’accesso all’acqua e a condizioni igienico sanitarie sufficienti.