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Se vuoi andare lontano corri insieme a qualcuno

Unità, giustizia e pace: la visita di papa Francesco al Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) di Ginevra il 21 giugno scorso ha rilanciato il comune impegno dei cristiani su questi tre fronti, mettendo al centro quell’”ecumenismo dell’azione” che vede già oggi numerosi esempi di collaborazione tra chiese.

Invitato dal Cec per celebrare i 70 anni dell’organismo ecumenico che raccoglie 350 chiese anglicane, protestanti, ortodosse e vecchio cattoliche in tutto il mondo, il pontefice ha voluto rendere omaggio al lavoro svolto dal Cec in questi anni, nonché alla cinquantennale collaborazione esistente tra la Chiesa cattolica romana e il Consiglio ecumenico.

Una visita che non ha riservato particolari sorprese: non sono emerse domande sulla mancata adesione da parte della chiesa cattolica al Cec, né questioni relative a quanto ancora divide le diverse confessioni. Ma il “pellegrinaggio ecumenico” di papa Francesco è stato ben di più di una mera visita di cortesia. Il pontefice si è detto ereditario di questo cammino e ha riconosciuto l’audacia delle persone che lo hanno tracciato.

«Una pietra miliare», così il segretario generale del Cec, pastore Olav Fykse Tveit, ha definito la visita di Bergoglio, e guardando avanti, ha aggiunto: «Non ci fermeremo qui, anzi, faremo di tutto perché le prossime generazioni possano creare nuove espressioni di unità, giustizia e pace».

Il motto scelto per la giornata era “Camminare, pregare e lavorare insieme” – qualcuno già la chiama trinità ecumenica – e ha avuto tre momenti significativi: la “Preghiera ecumenica” nella cappella del Centro ecumenico sulle alture della “Ginevra internazionale”; il pranzo “famigliare” all’Istituto ecumenico di Bossey nel Canton Vaud, con lo scambio dei doni; i “messaggi ecumenici” del pomeriggio di nuovo al quartier generale del Cec, con gli interventi di Olav Fykse Tveit, Agnes Abuom, moderatora del Cec, e papa Francesco.

Per il pontefice la lunga giornata ginevrina era iniziata già all’aeroporto con il benvenuto del presidente della Confederazione, Alain Berset, e si è conclusa con una messa presso il Palexpo, che ha visto accorrere 40mila fedeli da tutta la Svizzera, ma anche dalla Francia e dalla Germania.

Papa Bergoglio non è stato il primo pontefice a recarsi al Cec di Ginevra, prima di lui vi fecero visita anche Paolo VI nel 1969 e Giovanni Paolo II nel 1984. Tuttavia, Francesco è il primo ad essere stato espressamente invitato dal Cec per celebrare insieme un anniversario dedicato al dialogo e alla collaborazione tra chiese, intente a camminare insieme verso l’unità visibile. Durante la preghiera mattutina ha ammesso che si tratta di un’impresa tutt’altro che scontata: «L’ecumenismo è una grande impresa in perdita. Ma si tratta di perdita evangelica secondo la via tracciata da Gesù: “Chi vuole salvare la propria vita la perderà, ma chi la perderà per causa mia, la salverà” (Luca 9, 24). Ho desiderato venire qui, pellegrino in cerca di unità e di pace. Ringrazio Dio perché qui ho trovato voi, fratelli e sorelle già in cammino».

La teologa anglicana originaria del Kenya, la moderatora del Cec Agnes Abuom, intervenendo il pomeriggio nell’aula Visser’t Hooft (dal nome del primo segretario generale del Cec), ha citato un detto africano: «Se vuoi andare veloce, corri da solo; se vuoi andare lontano, corri insieme a qualcuno». Ed è quello che il Cec e il Dicastero vaticano per lo sviluppo umano integrale hanno fatto in questi ultimi mesi di intensa collaborazione, il cui risultato è stato annunciato da Abuom: a metà settembre in Vaticano si terrà infatti un’importante conferenza internazionale sul tema “Migrazioni, xenofobia, populismo”. Un’iniziativa a favore dei migranti, per l’accoglienza del diverso, contro la cultura dell’odio. L’idea è quella di lanciare un appello forte alla comunità internazionale a pochi mesi dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite che si troverà a discutere del “Global Migration Compact” proposto dal segretario generale Antonio Guterres. In questo contesto la moderatora del Cec ha citato in particolare anche l’impegno in ogni parte del mondo a favore della protezione dei minori e il contrasto alla violenza sulle donne.

Accoglienza e inclusione, solidarietà fraterna, amore cristiano, impegno comune a favore dei più deboli e diseredati… Papa Francesco, sottolineando il nesso tra ecumenismo ed evangelizzazione come approccio missionario, intanto ha lanciato un appello alle chiese: è il soffio missionario quello che potrà rinsaldare l’unità dei cristiani.

Foto: Albin Hillert/WCC