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Un percorso di fede unitario attraverso molte famiglie

Un percorso di vita e di credente caratterizzato da una visione unitaria: così Cesare Milaneschi, scomparso la scorsa notte a Frosinone all’età di 77 anni, presentava se stesso nell’imminenza della consacrazione a pastore valdese, al Sinodo del 1990: una vita di fede che incomincia nell’Ordine francescano, e prosegue nelle Comunità cristiane di base, dunque nell’area del dissenso cattolico, prima di portarlo nelle chiese evangeliche. «Un processo unitario – scriveva – che sostanzialmente non rinnega il passato , ma lo assume in una nuova sintesi di cui nuovi fattori entrano a far parte, primo fra tutti la Riforma protestante».

Egli dunque, non solo lungo i vent’anni di ministero pastorale (l’emeritazione avverrà nel 2010), ma anche nella precedente e continua attività di ricerca, da giornalista e da ricercatore cercherà di approfondire con puntigliosità alcuni risvolti poco indagati anche dalla pubblicistica protestante. Alcuni anni prima della consacrazione, nel 1979, aveva dato alle stampe, nella Collana della Facoltà valdese di Teologia, (Claudiana) «Ugo Janni pioniere dell’ecumenismo», e nel 1988 aveva curato un dossier dal titolo «Evangelici e comunità di base. Bilancio di un dialogo»; il suo interesse per i punti di contatto fra le diverse famiglie della cristianità lo aveva portato, nel 2014, a pubblicare in ultimo «Il Vecchio Cattolicesimo in Italia» con l’editore Pellegrini di Cosenza. E qui vien fuori un’altra passione di Cesare Milaneschi, quella per il valdismo in Calabria, per Guardia Piemontese, a cui ha dedicato molti studi. Per il settimanale «Riforma» curò nel 2008 un ampio reportage, allorché il Comune di Guardia, di concerto con la Provincia di Cosenza, aveva istituito una particolare «Giornata della memoria» per ricordare le vittime valdesi dell’eccidio del 1561. La collaborazione con la stampa evangelica datava però dagli anni ‘80, quando venne a far parte del Comitato di redazione de «L’Eco delle valli valdesi –La luce»: argomenti privilegiati, dunque, storia, ecumenismo, ma anche recensioni librarie.

La sua attività pastorale andava di pari passo con la ricerca: in un editoriale per «La luce» (agosto 1986) denunciava la stridente contraddizione di un provvedimento della Congregazione per la dottrina della fede nei confronti del teologo statunitense Charles E. Curran, che per le sue posizioni in materia di etica sessuale non poteva ottenere una cattedra in ambito cattolico; la contraddizione stava nel fatto che al teologo stesso non veniva precluso l’esercizio dell’attività pastorale: ma come si fanno a separare i due ambiti? Proprio alla luce del percorso di Milaneschi, questi fatti erano evidentemente motivo di sofferenza, mai preclusa, però, alla speranza.

Il legame fra pastorato e attività pubblicistica lo ha portato in più di una occasione a redigere delle storie delle comunità che ha servito: è il caso per esempio di Coazze (To), «Una storia a suo modo: la chiesa valdese di Coazze» (2010); «Fede e storia della Chiesa valdese di Forano Sabina 1889-1989». Oltre alla chiesa di Torino, Cesare Milaneschi ha servito anche quelle di Orsara di Puglia, Colleferro e Ferentino.